Se sul Coccia ieri in Commissione, dopo molti mesi il clima è stato molto disteso e propositivo, è toccato alla situazione della Fondazione Castello offrire spunti per una virulenta polemica. In aula a rappresentare la Fondazione è arrivato il vicepresidente Gianluigi Garone per l’assenza (giustificate, ma molto criticata dall’opposizione) del presidente Massimiliano Atelli e dell’assessore Emilio Iodice. In apertura di seduta il segretario generale del Comune Giacomo Rossi ha distribuito ai consiglieri un documento, definito “bilancio sociale”, che analizza l’attività del Castello nel 2019, trae alcune considerazioni e presenta anche una serie di cifre. Un documento che ha suscitato molte polemiche e anche qualche tensione interna: l’assessore Silvana Moscatelli, visibilmente indispettita, ha fatto sapere di non essere assolutamente a conoscenza del contenuto della relazione. L’opposizione si è scatenata con una raffica di interventi e di domande, rimarcando i ritardi rispetto ai programmi più volte annunciati, per esempio per l’insediamento della sede dell’Atl o per l’apertura del previsto ristorante. Il momento più acuto di polemica si è registrato quando il consigliere del Pd Nicola Fonzo ha chiesto al rappresentante della Fondazione se mai l’attuale consiglio di amministrazione avesse esaminato lo studio di fattibilità sulla gestione del castello che il precedente consiglio di amministrazione aveva affidato alla società Mont & Taft di Roma. Domanda alla quale il vicepresidente Garone ha risposto, in evidente difficoltà, “non ricordo”. Lo stesso Garone, con il supporto del segretario generale, ha più volte ribadito che qualsiasi decisione sulla gestione del Castello sarà presa solo dopo il completamento dell’iter di revisione dello Statuto, affermazione che ha offerto il destro alla consigliera dem Sara Paladini per ricordare che c'era l'impegno ad approvare lo statuto entro il 31 luglio 2018, e che da quella data èì ormai trascorso un anno e mezzo abbondante.
In mezzo alle polemiche, la seduta di commissione ha permessso comunque di fare un bilancio dell’attività della struttura nel 2019: ci sono stati 127 eventi, di cui 13 mostre. La principale, «Ottocento in collezione», ha totalizzato 31 mila visitatori. In 70 casi gli spazi sono stati concessi gratuitamente, più altri 10 a favore dei soci fondatori, mentre 11 volte è stato chiesto solo il rimborso spese.
Buone notizie per la mostra attualmente in corso, quella dedicata al Divisionismo, che sta avendo un risultato superiore alle attese: si punta a tagliare il traguardo dei 40.000 visitatori.