La Camera dei Deputati, nella seduta del 28 ottobre 2025, ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto 9 settembre 2025, n. 127, contenente misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026.
Il Ministro dell’Istruzione Valditara ha sottolineato che la legge prevede “più soldi in busta paga per i docenti, maggiori risorse per Agenda Sud, rafforzamento della sicurezza delle scuole, potenziamento della formazione dei docenti e paletti più stringenti per i servizi di trasporto delle gite”.
Tuttavia, secondo FederATA, unico sindacato del personale ATA capace di mobilitare 40.000 lavoratori, il decreto rappresenta un fallimento per amministrativi, tecnici e ausiliari. “È l’ennesimo atto di disprezzo verso chi tiene in piedi ogni scuola – denuncia il Presidente Nazionale Giuseppe Mancuso –. Vengono destinate risorse significative a docenti e dirigenti, mentre il personale ATA resta escluso”.
FederATA ricorda come già la Legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”, avesse marginalizzato il personale ATA, e accusa l’attuale Governo di ripetere gli stessi errori. Il sindacato sottolinea che le scuole non potrebbero funzionare senza il contributo degli amministrativi, tecnici e ausiliari, e rivendica “pari dignità e pari peso” nello stesso Contratto Collettivo Nazionale Istruzione e Ricerca.
In risposta all’esclusione, FederATA ha dichiarato lo stato di agitazione permanente e avverte: “Se la classe politica non correggerà rapidamente la normativa, saremo costretti ad avviare una sequenza inarrestabile di proteste che paralizzeranno il sistema scolastico nazionale. La dignità non è un favore, ma un diritto inalienabile”. Il sindacato invita il Governo a mettere fine all’oblio del personale ATA e a garantire investimenti, tutela e progressione di carriera pari a quella degli altri comparti ministeriali.














