“Ho fatto richiesta per inserire nel fondo di ripartizione stanziamenti per agire dal prossimo anno con misure a contrasto della zanzara”. Così l’assessore alla Sanità Federico Riboldi a margine della presentazione del piano sanitario regionale.
Una proposta che arriva dopo i casi di West Nile, dengue e chikungunya che si stanno registrando in quest’estate, specie in Campania e nel Lazio, con casi registrati anche in Piemonte.
All’avanguardia nella lotta al parassita
In generale, la nostra è una delle regioni all’avanguardia per la lotta al parassita, di fatto l’unica ad avere una direttiva in questo senso. Interventi erano iniziati già negli anni ’90 sulle risaie del vercellese. Oggi riguardano circa 230 comuni piemontesi pianeggianti e collinari che lottano con la zanzara tigre, ma non solo.
Ad oggi la Regione interviene con un cofinanziamento rispetto a quanto decidono di stanziare gli enti comunali nei propri bilanci. Negli ultimi anni i fondi sono stati circa 2 milioni e mezzo (1 milione e mezzo della Regione e poco meno di un milione dai comuni).
A Torino, per esempio, sono stanziati 80 mila euro (metà arrivano dal bilancio della Città) che servono a coprire i costi del lavoro di quattro tecnici che Ipla ogni anno incarica, ma anche della ditta che, tramite bando, si occupa delle disinfestazioni.
Un fondo ad hoc gestito dalla Regione
Ma i fondi servono anche per l'acquisto dei materiali per i monitoraggi, per le trappole delle larve e, infine, per diffondere materiale informativo con campagne di comunicazione ad “hoc” nei periodi di picco. Un lavoro preparatorio che solitamente parte all’inizio dell’anno, con i vari progetti che solitamente vengono già assegnati a metà aprile.
L’intenzione, come espresso da Riboldi, è che il problema venga gestito a livello centrale dalla Regione. “Il problema delle zanzare va affrontato non più come un fastidio per la presenza dell’insetto, ma come un problema sanitario che dovrà essere coordinato dalla Regione”, ha aggiunto l’assessore.