La carota, la fidighina, la salsa di pomodoro e uno… spicchio d’aglio: è partito da qui il dibattito acceso — ma sempre gustoso — che ha animato il primo incontro dedicato alla stesura del Disciplinare della paniscia nuaresa, tenutosi nella sede della Confcommercio di Novara.
Dopo due ore di appassionato confronto, tra opinioni, aneddoti e ricordi di cucina, si è finalmente raggiunto un accordo di massima su ingredienti, dosi e modalità di preparazione del piatto simbolo della tradizione novarese.
A rappresentare la Consulta comunale per la tutela della Novaresità era presente il coordinatore Silvano Crepaldi; con lui, il delegato dell’Accademia Italiana della Cucina, Piero Spaini, e una delegazione di ristoratori novaresi noti per la loro passione per la paniscia: Claudia Fonio, Marta Marangon, Giorgio Moroncelli e Gianpiero Cravero.
Un percorso per tutelare e valorizzare
L’obiettivo del gruppo è duplice: da un lato, codificare in modo ufficiale la ricetta tradizionale della paniscia, proteggendola da reinterpretazioni troppo “creative” che rischiano di snaturarne l’essenza; dall’altro, porre le basi per la creazione di un marchio che possa valorizzare e promuovere il piatto tipico oltre i confini di Novara e della sua provincia.
Un secondo incontro è già stato fissato per la seconda metà di novembre, quando il gruppo tornerà a riunirsi per definire gli ultimi dettagli e avvicinarsi alla redazione definitiva del disciplinare.
La paniscia, simbolo autentico della cultura gastronomica locale, si prepara così a entrare in una nuova fase della sua storia: quella della tutela ufficiale, nel rispetto della tradizione e con lo sguardo rivolto alla promozione del territorio.














