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Sanità | 28 maggio 2025, 08:20

Curarsi con la ricerca in Piemonte: all’Aou di Novara oltre 500 studi per una sanità sempre più precisa e sostenibile

Dalla diagnosi precoce della sepsi alla genetica dell’obesità infantile: l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” al centro dell’innovazione medica e della medicina personalizzata

Curarsi con la ricerca in Piemonte: all’Aou di Novara oltre 500 studi per una sanità sempre più precisa e sostenibile

Sono oltre 500 gli studi attivi nel 2024 all’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, con un incremento significativo di protocolli osservazionali e sperimentali rispetto all’anno precedente. Un grande risultato in termini scientifici che è frutto anche del solido legame con l’Università del Piemonte Orientale e una rete crescente di progetti che spaziano dalle patologie croniche ai contesti di emergenza, con una forte vocazione alla traslazionalità e all’applicazione immediata dei risultati nella pratica clinica.

Uno dei progetti più innovativi recentemente sviluppati riguarda la diagnosi precoce della sepsi, una delle principali cause di mortalità ospedaliera. Lo studio, guidato da un team multidisciplinare delle strutture di Anestesia e Rianimazione, Medicina d’Urgenza, Biochimica Clinica e Diagnostica di Laboratorio, ha dimostrato che i parametri morfologici avanzati dell’emocromo – esame già routinario e a basso costo – possono predire in modo efficace la presenza di sepsi già nelle fasi iniziali. Pubblicata sulla rivista Diagnostics e presentata al congresso “EuroMedLab”, la ricerca è ora oggetto di una validazione multicentrica sul territorio del quadrante nord-orientale del Piemonte. Una prospettiva che punta a migliorare la gestione dei pazienti critici, senza costi aggiuntivi per il sistema sanitario.

Sempre in ambito intensivistico, un altro studio ha esplorato il ruolo delle microvescicole (MV) circolanti nei pazienti intossicati da monossido di carbonio (CO). Queste particelle extracellulari, rilasciate in condizioni di stress cellulare, sembrano avere un ruolo chiave nei danni vascolari e nelle complicanze neurologiche a lungo termine. La ricerca, condotta su pazienti trattati con ossigenoterapia iperbarica, è stata presentata al congresso “ICARE 2024” della SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) e pubblicata sul Journal of Anesthesia, Analgesia and Critical Care. I risultati aprono nuove prospettive per l’utilizzo delle MV come biomarcatori predittivi del rischio di danni tardivi e come strumento di monitoraggio dell’efficacia terapeutica.

Numerosa è anche l’attività di ricerca in ambito pediatrico. Rientra in questo campo ad esempio l’innovativo studio della SCDU di Endocrinologia Pediatrica volto a migliorare la diagnosi delle forme genetiche di obesità grave nei bambini e negli adolescenti. Analizzando il DNA di 50 pazienti con obesità severa e raccogliendo dati clinici, metabolici e comportamentali, i ricercatori hanno identificato mutazioni patogene in circa il 18% dei casi, con coinvolgimento prevalente di geni come PCSK1, MC4R, LEPR e altri legati a sindromi rare. Sulla base dei dati raccolti è stato sviluppato un primo “Genetic Obesity Risk Score”, utile per individuare precocemente i pazienti più a rischio e orientare la presa in carico specialistica. Un lavoro che sottolinea l’importanza della medicina personalizzata anche in ambito pediatrico e che pone le basi per futuri ampliamenti della coorte e della validazione del punteggio.

comunicato stampa a.f.

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