Il lavoro torna al centro dell’agenda politica del Movimento 5 Stelle Piemonte. Nei giorni scorsi è stata infatti depositata a Palazzo Lascaris una proposta di legge, a prima firma del consigliere regionale Pasquale Coluccio, che introduce il salario minimo di 9 euro l’ora per i lavoratori impiegati negli appalti pubblici di competenza della Regione Piemonte.
La misura prende esempio da quanto già avviato in Puglia e trova ulteriore legittimazione nella recente pronuncia della Corte Costituzionale, che ha respinto i rilievi del Governo nazionale confermando la piena validità di norme regionali in materia.
“Garantire un salario dignitoso è una battaglia che il Movimento 5 Stelle porta avanti da oltre dieci anni – spiega Coluccio – e questa proposta rappresenta un primo passo concreto per tutelare migliaia di lavoratrici e lavoratori piemontesi”.
Nel dettaglio, la proposta riguarda tutti i contratti stipulati dalla Regione Piemonte, dalle aziende sanitarie e ospedaliere, dalle agenzie regionali e dagli enti strumentali. Nei bandi di gara dovrà essere chiaramente indicata l’applicazione del contratto collettivo nazionale più attinente all’attività svolta, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative.
“Nessun appalto pubblico potrà prevedere una retribuzione tabellare inferiore ai 9 euro l’ora, fatti salvi eventuali trattamenti di miglior favore”, sottolinea la capogruppo regionale M5S Sarah Disabato, evidenziando come la norma miri anche a contrastare il dumping contrattuale.
Sulla stessa linea il consigliere regionale Alberto Unia, che rimarca la valenza sociale della proposta: “È inaccettabile che chi lavora, spesso in appalti pubblici, non riesca ad arrivare a fine mese. In una Repubblica fondata sul lavoro, questo non può essere tollerato”.
Per il Movimento 5 Stelle, la proposta di legge rappresenta non solo uno strumento di tutela economica, ma anche un segnale politico chiaro. “Il salario minimo è una questione di dignità e giustizia sociale – conclude Coluccio – e la Regione può e deve fare la propria parte”.














