Un progetto di riqualificazione urbana e di rigenerazione sociale: è quello che, grazie alla collaborazione tra Comune di Novara e Fondazione De Agostini, ha consentito di dare nuova vita a quella che era un’area abbandonata nel quartiere periferico e multietnico di S.Andrea, trasformandolo in un parco, il “Girardino Marco Adolfo Boroli, la cui gestione “sociale” è condivisa con un folto gruppo di associazioni, dando così vita ad un luogo di socializzazione non solo per il quartiere ma per tutta Novara.
Questa mattina, nell’Arengo del Broletto – l’antico palazzo comunale di Novara - il sindaco Alessandro Canelli e la presidente della Fondazione De Agostini, Chiara Boroli, hanno sottoscritto il secondo “Patto di collaborazione” che allarga ad altre associazioni il coinvolgimento nella gestione del Giardino.
Alla firma ha assistito anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, a Novara per una visita al Teatro Coccia.
Il “patto di collaborazione” formalizza l’impegno di enti, associazioni e singoli cittadini a promuovere un modello di gestione partecipata, che garantisca la cura del bene e il suo utilizzo a fini di socializzazione. “Un obiettivo importante che questo progetto ha assunto fin dall’inizio – ha sottolineato Chiara Boroli - è stato quello di realizzare un innovativo modello di gestione degli spazi verdi urbani. Ci eravamo proposti di sperimentare, in un’area verde degradata, un processo virtuoso capace di generare un effetto immediato in termini di benefici per gli abitanti, innescando attività orientate alla animazione e alla cura del giardino come bene comune. Abbiamo dimostrato che la rigenerazione si può conseguire tanto nello spazio fisico quanto nelle relazioni nuove e solidali tra i soggetti che lo abitano”.
“Un modello – ha ribadito Canelli – che pensiamo di estendere ad altre aree della città”