I prodotti contraffatti strangolano le imprese in regola e l’economia del Paese. E’ quanto emerge dal recente Rapporto di Confartigianato sui settori maggiormente esposti al rischio contraffazione: “Abbigliamento, accessori, apparecchiature elettriche, calzature, occhiali, profumi, cosmetici, giocattoli, orologi e gioielli sono i prodotti più a rischio contraffazione: parliamo di oltre 90mila imprese in Italia e quasi un milione di addetti con un fatturato di 154miliardi di euro” denuncia Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, “Si tratta quasi esclusivamente di imprese di piccole dimensioni, imprese artigiane: a livello italiano l’incidenza dell’artigianato più esposto alla contraffazione sul complessivo della manifattura artigiana è del 25,4% ma a livello di Piemonte Orientale tale dato schizza al 55,9%, fra i primi quattro peggiori risultati a livello nazionale”. Al primo posto la provincia di Prato con una incidenza del 79,9%. Certo vi sono differenze significative a livello provinciale: se a soffrire di più è il Novarese con il 24,2% (più alto della media regionale del 18,3% e del dato dell’area del Nord Ovest del 20,5%), il Verbano Cusio Ossola respira un po’ con ‘solo’ (si fa per dire) il 12,1%, mentre il Vercellese soffre una incidenza del 19,65%. “La contraffazione è una piaga che colpisce le imprese regolari, costrette a misurarsi con questa concorrenza sleale e fuorilegge; lo Stato, che vede sfumare una voce di entrata; la clientela, che acquista e usa prodotti non sicuri rendendosi complice di questa scorrettezza” conclude Impaloni. Nel decennio 2008-2017 il valore della merce contraffatta e sequestrata in Italia ammonta complessivamente a 5,3 miliardi di euro, di cui 3,5 miliardi per il solo settore moda.
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