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Economia | 27 novembre 2025, 10:24

Salute dentale in Italia: la flessione dei controlli e l’appello degli enti ufficiali a non trascurarla

Negli ultimi anni la salute orale in Italia ha mostrato segnali contrastanti: da un lato le istituzioni sanitarie sottolineano i progressi in alcune aree della prevenzione, dall’altro diverse indagini evidenziano una preoccupante flessione nell’adesione ai controlli periodici e alle cure odontoiatriche di routine. I dati disponibili individuano i fattori che contribuiscono al calo delle visite e richiamano le raccomandazioni ufficiali – con l’obiettivo pratico di stimolare comportamenti di prevenzione efficaci e sostenibili.

I dati di popolazione e il quadro internazionale
Le analisi internazionali e i profili Paese concordano nel collocare la salute orale tra gli aspetti della salute pubblica che richiedono attenzione strategica. Il profilo nazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sottolinea come le malattie orali (carie, malattia parodontale, edentulia e lesioni del cavo orale) rimangano diffuse e rappresentino un importante carico di malattia, con impatti sul benessere generale e sui sistemi sanitari. Le raccomandazioni internazionali insistono sulla necessità di interventi preventivi sistematici e sulla integrazione della prevenzione orale nelle politiche di salute pubblica.

In termini di accesso ai servizi, rapporti comparativi come quelli dell’OCSE segnalano che l’Italia ha livelli di spesa out-of-pocket relativamente elevati e che la copertura dei servizi dentali attraverso il finanziamento pubblico è limitata rispetto ad altri paesi. Questo determina una variabilità nell’accesso alle cure e contribuisce alle disuguaglianze regionali e socio-economiche nell’utilizzo dei servizi odontoiatrici.

La flessione dei controlli: evidenze italiane
Più studi e rilevazioni nazionali hanno documentato una riduzione della frequenza delle visite odontoiatriche nell’ultimo periodo. Monitoraggi nazionali e indagini private riportano che una quota significativa di cittadini non si sottopone a visite di controllo annuali; per esempio, rilevazioni giornalistiche e osservatori del settore hanno stimato che circa il 34–40% della popolazione adulta non abbia effettuato alcuna visita odontoiatrica nell’ultimo anno. Questi numeri, pur differenziandosi tra fonti e metodologie, indicano una tendenza che merita attenzione.

Anche le analisi che disaggregano i dati per classe di età mostrano criticità specifiche: gli over 60, ad esempio, risultano spesso meno coperti dalle visite preventive, con percentuali di consultazione periodica inferiori alla media nazionale. Le disuguaglianze socio-economiche e territoriali (divario Nord–Sud) emergono come fattori determinanti nell’accesso e nella regolarità dei controlli.

Cause plausibili della riduzione delle visite
La riduzione dei controlli odontoiatrici è multidimensionale. Tra le cause ricorrenti nelle analisi:

• Barriere economiche: la componente out-of-pocket delle spese dentali rimane elevata per molte famiglie; ciò scoraggia le visite preventive, che sono percepite come spesa evitabile.

• Scarsa percezione del rischio: molte persone sottovalutano la natura progressiva di carie e malattia parodontale; l’assenza di sintomi acuti porta a rimandare controlli che invece hanno maggior efficacia se effettuati precocemente.

• Disuguaglianze territoriali e organizzative: la distribuzione dei professionisti, la disponibilità di servizi pubblici e le iniziative locali di prevenzione variano molto tra regioni, con particolare svantaggio per alcune aree del Sud.

• Eredità pandemica: la crisi sanitaria del 2020–2022 ha alterato i comportamenti di accesso alle cure di molte persone; sebbene molti studi mostrino un recupero parziale delle prestazioni, alcune abitudini di rimando persistono.

Conseguenze cliniche e sanitarie della mancata prevenzione
Il mancato ricorso ai controlli di routine incrementa il rischio di diagnosi tardive di patologie trattabili facilmente in fase precoce. La progressione non controllata della carie e della malattia parodontale porta a un aumento delle prestazioni restaurative complesse, estrazioni, riabilitazioni protesiche e a un maggior impatto funzionale e sociale (dolore, difficoltà alimentari, riduzione della qualità di vita). Inoltre, la letteratura scientifica evidenzia associazioni tra malattia parodontale e condizioni sistemiche (es. diabete, malattie cardiovascolari), che rendono la prevenzione orale un elemento rilevante anche per la salute generale.

Le raccomandazioni ufficiali: cosa dicono ISS e Ministero della Salute
Le istituzioni sanitarie italiane – Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità – promuovono chiare linee guida per la prevenzione e il controllo delle patologie orali. Le raccomandazioni nazionali sottolineano l’importanza della visita odontoiatrica come strumento fondamentale per la diagnosi precoce, la motivazione all’igiene orale, l’applicazione di interventi preventivi efficaci (es. fluoro topico, sigillature in età evolutiva) e l’integrazione dell’educazione sanitaria nelle politiche di promozione della salute. Le linee guida nazionali richiamano inoltre l’urgenza di programmi mirati per le fasce più fragili e per la prima infanzia.

Cosa possono fare i professionisti e il sistema sanitario
A livello clinico e organizzativo, le azioni prioritarie comprendono: potenziare i programmi di prevenzione e screening; favorire percorsi di accesso agevolati per le categorie a rischio; integrare interventi di promozione della salute orale nei setting sanitari primari; e incentivare la formazione continua per garantire pratiche cliniche basate sull’evidenza. Governance e politiche di finanziamento dovrebbero mirare a ridurre la quota di spesa privata per le cure essenziali e a promuovere l’equità territoriale.

Un richiamo pratico: il ruolo dei dentisti e delle cliniche accreditate
Il ruolo dei professionisti è centrale: gli odontoiatri rappresentano il punto di contatto principale per la diagnosi precoce, la gestione delle patologie e l’educazione del paziente. In questo contesto, volendo portare un esempio operativo e locale, i dentisti del CENTRO ODONTOIATRICO F: PERRINI di Pistoia — tra le cliniche storiche e accreditate in Italia — raccomandano controlli regolari e personalizzati, con particolare attenzione alle popolazioni a rischio (anziani, pazienti con patologie croniche e giovani in età evolutiva). Tale approccio integrato, basato su visite periodiche, igiene professionale e piani di prevenzione personalizzati, è coerente con le raccomandazioni nazionali.

Raccomandazioni per i cittadini
Per ridurre il rischio individuale e collettivo si raccomanda:

1. mantenere visite di controllo almeno una volta l’anno (o con frequenza superiore in presenza di fattori di rischio);

2. seguire le indicazioni di igiene orale domiciliare (spazzolamento corretto, uso di dentifricio al fluoro, uso del filo interdentale);

3. non rimandare le visite per motivi economici o per assenza di sintomi: la prevenzione riduce costi e complicanze a lungo termine;

4. rivolgersi a servizi e cliniche accreditate per percorsi di prevenzione e cura basati su linee guida.

I dati e le raccomandazioni delle principali istituzioni nazionali e internazionali sono chiari: la salute orale va considerata parte integrante della salute generale. Mantenere una regolarità di controlli, ridurre le barriere all’accesso e promuovere politiche di prevenzione mirate sono misure essenziali per invertire la tendenza alla flessione delle visite e per tutelare la salute collettiva.

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