Migliorare la patient-experience per i pazienti dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara e dell’Istituto Pediatrico della Svizzera Italiana dell'Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona: questo l’obiettivo del progetto Interreg “Che-Nobel”, acronimo di Cure ospedaliere emozionali tra Novara e Bellinzona.
Interreg è uno dei programmi di Cooperazione Europea (Cte) utilizzati dall’Unione Europea per rafforzare la cooperazione tra Paesi confinanti ed è finanziato tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). In linea con le finalità della Cte, il programma affronta i bisogni comuni ai due versanti della frontiera e si propone di generare un significativo cambiamento nell’area di cooperazione.
L’approccio comune tra i partner transfrontalieri è quello di sviluppare e valorizzare azioni sperimentali con il potenziamento dello scambio di conoscenze in ambito scientifico, e adottare nuovi approcci qualitativo-relazionali finalizzati alla digital therapy in ospedale. Il progetto intende pertanto attuare azioni per il supporto psico-emotivo alla cura, attraverso l’utilizzo di tecnologie multimediali con linguaggi espressivo-artistici filtrati dalla supervisione medica. L’obiettivo ultimo, quello di abbattere il livello d’ansia nei pazienti che sono sottoposti a terapie complesse e spesso debilitanti.
Il progetto vedrà la trasformazione degli spazi attuali in “reparti emozionali” con la creazione di esperienze multimediali coinvolgenti nelle sale terapia, nelle aree chirurgiche e in quelle comuni. Questo dopo una fase di confronti scientifici e scambi tra le due realtà ospedaliere dell’area di cooperazione.
Allo stesso modo si intende mettere in campo un processo di informazione, attraverso la creazione di un'app che consentirà ai pazienti di entrambi i nosocomi di potersi orientare con facilità all’interno del mondo-ospedale, dalla ricerca dei reparti al supporto all’accesso alla cura.
Tale applicazione coinvolgerà anche il personale sanitario che avrà canali dedicati per lo scambio di informazioni e sarà formato per adottare l’approccio dell’ospedale amico.
La metodologia che si prospetta come modello pionieristico di cura, per cogliere le nuove sfide della medicina, ha bisogno di un approccio non solo localistico, ma di cooperazione internazionale, già individuato grazie a primi esperimenti che separatamente sono stati messi in campo dalle compagini progettuali. Il progetto favorirà un costante scambio tra Italia e Svizzera per confrontare le diverse pratiche scientifiche, tecnologiche e operative sull’adozione della patient-experience.
“La novità assoluta – ha sottolineato il direttore generale, Stefano Scarpetta – sta nell’affrontare con gli allestimenti esperienziali interi reparti, per un miglioramento significativo dei sistemi di cura. La filosofia di Che-Nobel è quindi quella di utilizzare il momento pre-terapico per costruire una relazione positiva, che predisponga il paziente a una migliore tolleranza delle terapie e, di conseguenza, a una migliore risposta”.
“Progetti come quello avviato dagli ospedali di Novara e Bellinzona – ha concluso l’assessore alla sanità della regione Piemonte, Federico Riboldi – dimostrano come, mettendo al centro i pazienti, si possano sviluppare, interessanti attività tra realtà internazionali partendo dall’innovazione e dal riallestimento degli spazi: azioni che come assessorato alla sanità abbiamo lanciato in tutte le strutture regionali partendo dai pronto soccorso, ma che saranno estese ad altri reparti in modo analogo all’interessante Che-Nobel”.