Uno dei momenti più difficili vissuti dalla maggioranza Lega-Fratelli d’Italia-Forza Italia- Forza Novara in questo mandato consigliare finirà in una vera e propria debacle. Perché il “piano di valorizzazione” della Fondazione Castello duramente criticato dall’opposizione, approvato nonostante gli evidenti tentennamenti di diversi consiglieri di maggioranza solo grazie ad un deciso intervento del sindaco, dovrà necessariamente tornare in consiglio comunale a settembre. “Perché – come spiega una autorevolissima fonte interna al vertice dell’amministrazione – se il piano è carente, e lo è, occorre sanare”. E quindi lo si riscriverà e tornerà nell’assemblea di Palazzo Cabrino presumibilmente subito dopo la pausa estiva".
E’ questa la exit strategy che il segretario generale Giacomo Rossi, alla vigilia del suo pensionamento, ha concordato in un colloquio telefonico con il Prefetto Francesco Garsia, che in ventiquattrore ha preso in mano la situazione e ha indicato in modo inequivocabile la strada per uscire da un “cul de sac” in cui la maggioranza si era infilata. A innescare il meccanismo che ha portato all’intervento del Prefetto è stato l’esposto dei gruppi di minoranza (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Insieme per Novara) che, abbandonata l’aula giovedì al momento della votazione, hanno salito scale di Palazzo Natta e sono stati subito ricevuti dal viceprefetto Marco Baldino, a cui hanno riassunto la situazione, inviando poi una memoria scritta direttamente al Prefetto Garsia.
La palla, quindi, ritorna nel campo della giunta e della maggioranza, che si trovano costretti a tornare sui loro passi, rielaborando il piano. Il paradosso è che questa era esattamente la soluzione che il capogruppo del Pd Nicola Fonzo aveva per ben due volte offerto su un piatto d’argento: “fermatevi – aveva detto – ridiscutiamo il contenuto e riportiamolo in commissione e in consiglio a settembre”.
Proposta sdegnosamente respinta da Canelli, che invece ora dovrà seguire proprio quella strada per evitare rovesci peggiori.