Le mani con i guanti bianchi disegnano nell’aria i segni che raccontano le parole dei canti simbolo della Festa della Liberazione.
A Novara la celebrazione ufficiale del 25 aprile si è arricchita questa mattina di un momento particolarmente suggestivo che va nella direzione dell’accoglienza e della inclusione delle differenze: nel corso della cerimonia, che si è tenuta come da tradizione, nel cortile dell’antico palazzo comunale del Broletto, oggi particolarmente gremito, l’inno nazionale e “Bella Ciao” cantati in coro da tutti i presenti, sono stati accompagnati anche da un coro che si è esibito nella lingua dei segni, il linguaggio universale delle persone sorde.
L’idea è venuta a Michela Cella, presidente provinciale dell’Anpi, e alla professoressa Stefania Natalicchio, docente all’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Novara, assistente alla Comunicazione, docente di lingua dei Segni italiana e interprete nel Coro Manos Blancas. L’orazione ufficiale è stata tenuta dalla giovanissima vicepresidente dell’Anpi di Novara, Johanna Lamn, che non ha fatto mancare alcuni riferimenti all’attualità, sottolineando la necessità di opporsi ai “fascismi moderni, che sono per esempio quelli che si oppongono allo ius soli”.
Presenti le principali autorità tra cui il sindaco Alessandro Canelli, che da poco ha concluso la quarantena per il Covid.