È partita all’alba di questa mattina, mercoledì 26 maggio, la vasta operazione denominata ‘Stelvio’ ordinata dalla Procura della Repubblica di Verbania e che i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania hanno portato a termine con l’arresto di un’intera banda dedita ai furti in abitazione.
I militari hanno potuto attribuire alla banda soltre 60 colpi commessi in pochi mesi tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020, tra cui due rapine in abitazioni, in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
A mettere nei guai il sodalizio criminale è stata l’Alfa Romeo Stelvio usata per commettere i crimini, il Suv è stato notato da una persona durante il tentativo di rapina in una casa di Gignese, i Carabinieri sono così riusciti a trovare il numero di targa e tenerla sotto osservazione.
Non ci è voluto molto molto tempo alla ricomparsa del Suv, infatti i militari che stavano perlustrando il territorio nelle aree più sensibili al possibile furto in abitazione, si sono imbattuti nell’auto sospetta a Carpugnigo ed infatti è risultato un all’allarme di tentata rapina.
Tutte le pattuglie della zona hanno iniziato la caccia al Suv, allertando anche la stazione dei Carabinieri di Arona e proprio gli uomini del centro lacustre hanno intercettato l’auto, subendo lo speronamento della Gazzella che non ha causato il ferimento degli agenti.
Il Suv è stato trovato poco dopo, abbandonato in un area boschiva poco distante mentre gli occupanti riuscivano a darsi alla macchia.
Il recupero dell’auto e la relativa perquisizione ha portato molti elementi che hanno contribuito all’identificatore degli autori dei reati.
Le indagini hanno portato all’identificazione di due gruppi distinti formati rispettivamente da quattro e sei persone, quasi tutti senza fissa dimora, che si spostavano sul territorio del Nord d’Italia utilizzando auto rubate di grossa cilindrata a cui veniva spesso cambiata la targa per rendere difficile l’intercettazione.
Un 35enne si trovava già ai domiciliari a Savona ed è stato portato in carcere. Un 36enne si trovava ai domiciliari a Mozzate ed è stato portato al carcere Bassone di Como. Una coppia residente a Segrate è stata arrestata, l'uomo è finito nel carcere di San Vittore, la donna è stata posta ai domiciliari.
Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti numerosi gioielli ed orologi pregiati, una pistola pronta all’uso e un fucile con relative munizioni.
Alcuni membri della banda risultano ancora latitanti ma gli inquirenti credono che i soggetti siano fuggiti, probabilmente in Albania, loro terra d’origine.