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Politica | 28 novembre 2020, 19:00

Borghi e Furia rispondono all'assessore Gabusi

"La Regione ha perso tempo, ma ora serve lavoro e non polemiche "

Borghi e Furia rispondono all'assessore Gabusi

L’assessore regionale Gabusi ha risposto alle osservazioni che abbiamo formulato nei riguardi della gestione regionale della vicenda alluvione offendendosi e sostenendo che avremmo, con la nostra obiezione, offeso i funzionari regionali e comunali che con solerzia hanno lavorato alla ricognizione dei danni e all'avvio della ricostruzione. 

Non si offenda l'Assessore Gabusi: se tra un annuncio e l'altro di questa Giunta Regionale ogni tanto il nostro partito si permette di sollevare dubbi sul suo infallibile operato, questo non significa che vogliamo mancare di rispetto a chi lavora sui dossier, funzionari e personale (sarebbe come dire che tutte le volte che qualcuno della destra piemontese critica il Governo, cosa che peraltro succede assai spesso, si offendono i dipendenti che onestamente e faticosamente lavorano per far funzionare la macchina pubblica).
Siamo costretti, invece, a tenere l'Assessore Gabusi sul merito.

Nella sua ricostruzione, l'Assessore scrive: "Contrariamente a quanto sostengono i due esponenti del Partito Democratico, la Regione Piemonte ha infatti inoltrato richiesta della dichiarazione di Stato di Emergenza per tutto il Piemonte fin dall’inizio: la documentazione collegata alla richiesta è stata inviata al Dipartimento di Protezione civile in due note, una del 6 ottobre e una del 12 ottobre, inclusi anche i territori della Provincia di Alessandria e della Città Metropolitana di Torino. La dichiarazione dello Stato di Emergenza, avvenuta con delibera del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre, non includeva, però, i territori delle Province di Alessandria e Torino". Quello che Gabusi omette in questa ricostruzione è il primo atto: quello del 3 ottobre, con cui la Regione ha richiesto al Governo lo stato di emergenza. In quel primo atto, la richiesta di stato di emergenza, che sarebbe stata corredata dai dati alcuni giorni dopo come naturale (il 6),non verteva in alcun modo i Comuni interessati della Città metropolitana di Torino e della Provincia di Alessandria. Sono dunque quattro le date da tenere in considerazione.
3 ottobre: E' stata formulata una richiesta di stato d'emergenza solo per Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli.
6 ottobre: consegna di dati sui danni relativi alle 5 province per cui è stato chiesto lo stato d'emergenza.
12 ottobre: consegna di dati relativi a Alessandria e Torino, per cui però non è stato chiesto stato d'emergenza.
E' questo il momento in cui si è determinata dunque confusione. La Regione giunge a chiedere lo stato d'emergenza solo il 30 ottobre, ed è questa la quarta data importante. Cioè lo fa DOPO l’avvenuta proclamazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri. In questo scambio di carteggi, l'unica cosa che conta, e che ha determinato alcuni ritardi nell'erogazione delle risorse, segnalati dagli amministratori locali, è che la Regione Piemonte si è dimenticata di fare la richiesta di stato d'emergenza anche per i Comuni del Torinese e dell'Alessandrino. Se il 3 era troppo presto e il clima troppo concitato per arrivarci, sarebbe forse bastato chiederlo il 12, almeno contestualmente alla consegna dei dati relativi a quelle province. E questo atto è mancato da parte della guida politica della Regione, non degli uffici.
Invece che offendersi, o addirittura alludere ad un contenuto diffamatorio della nostra critica, può l'Assessore smentire la nostra ricostruzione? Se non può, niente di grave: non chiederemo nemmeno che ci chieda scusa per la sua reazione composta. Basta che ora tutti gli equivoci siano chiariti e che le risorse che il nostro territorio attende arrivino nel tempo più rapido possibile.

Paolo Furia            
Enrico Borghi

C.S.

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