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Attualità | 11 ottobre 2020, 09:20

Covid19, Grimaldi (Luv): "I numeri aumentano ma non possiamo già dirci sconfitti: continuare con il contact tracing, è l'unico modo per fermare la catena di contagio"

"Oggi abbiamo gli strumenti per capire come si muove la pandemia e questo può consentirci di evitare misure troppo restrittive"

Covid19, Grimaldi (Luv): "I numeri aumentano ma non possiamo già dirci sconfitti: continuare con il contact tracing, è l'unico modo per fermare la catena di contagio"

"Aprile e ottobre si somigliano ma non sono uguali, i numeri dei contagi sono simili ma oggi abbiamo 400 positivi su 7.000 tamponi, mentre in primavera quei positivi li avevamo su 1.000 tamponi. La diversità sta quindi nel numero di positivi asintomatici che riusciamo a tracciare (oggi sono il 65% del totale): prima del lockdown ne perdevamo per strada molti, quasi tutti, oggi siamo molto più bravi a trovare coloro che propagano il contagio anche a loro insaputa. Questi dati ci dicono pertanto che, se da un lato è evidentemente corretto tenere pronti i Covid Hospital, sarebbe però totalmente inopportuno lasciare da parte il contact tracing, che ci sta portando a trovare le catene di contagio e a spezzarle, che è l’unica strategia vincente contro la pandemia", è il commento di Marco Grimaldi, Liberi Uguali Verdi, capogruppo in Regione.

"Semmai oggi il problema - dichiara Grimaldi - è legato ai tempi per la presa in carico dei pazienti sintomatici: attualmente, dalla segnalazione del medico di base all’effettiva tamponatura passa anche una settimana, e questo riduce drasticamente la possibilità di ricostruire con esattezza la catena dei contatti delle persona contagiate. Inoltre, i tempi lunghi per i tamponi rendono più difficile far rispettare l‘isolamento fiduciario in attesa degli esiti".

"Oggi abbiamo gli strumenti per capire come si muove la pandemia e questo può consentirci di evitare misure troppo restrittive che avrebbero ricadute disastrose per il nostro tessuto sociale - prosegue Grimaldi - perciò la Regione deve fare tutto il possibile per organizzare al meglio il suo sistema di controllo e di prevenzione".

"Molti cittadini ci segnalano che il vero problema insoluto è quello dei vaccini: in un contesto in cui abbiamo lottato per rendere obbligatori i vaccini per altre malattie, oggi che un gran numero di persone vorrebbe vaccinarsi contro l'influenza, non riusciamo a coprire tutte le richieste. È certamente prioritario proteggere prima di tutto chi è più debole - prosegue Grimaldi - ma è anche necessario garantire che chi vuole proteggere sé stesso e gli altri, abbia la possibilità di farlo. È vero che parliamo di un vaccino antinfluenzale che non c’entra con l'attuale pandemia - puntualizza Grimaldi - ma è altrettanto vero che non confondere i sintomi dell‘influenza con quelli del Covid è uno strumento in più di chiarezza. Inoltre, un fisico più in salute proprio nelle alte vie respiratorie può resistere meglio anche al Covid: insomma il vaccino non è contro il Covid, ma può comunque aiutare a combatterlo".

"Nei mesi appena passati la nuova task force è finalmente riuscita a mettere in piedi l'organizzazione per la gestione della pandemia ma quello che teniamo di più è il ritorno ad un lavoro emergenziale da unità di crisi, che la scorsa primavera ha evidenziato tutti i suoi limiti. Il fatto che oggi le terapie intensive non siano piene - conclude Grimaldi - non è una ragione per muoverci solo sul tema dell’ospedalizzazione del Covid-19, ma semmai è l’indicatore maggiore che ci dice che siamo ancora in tempo per evitare il disastro".

Comunicato stampa

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