Prende il via oggi a Torino l’udienza preliminare per l’inchiesta di ‘ndrangheta “Fenice”, che vede fra gli undici imputati l’ex assessore Roberto Rosso. L’ex esponente di Fratelli d’Italia è accusato di scambio elettorale politico-mafioso ed è in carcere dallo scorso 20 dicembre. Secondo gli inquirenti versò denaro, tramite intermediari, a due esponenti della cosca siciliana Bonavota – insediatasi a Carmagnola – in cambio di voti per le Regionali 2019.
Gli avvocati dell’ex assessore, più volte, nel corso degli ultimi mesi, avevano chiesto una misura cautelare meno afflittiva, ma le richieste di arresti domiciliari sono sempre state respinte dai giudici. Nelle scorse settimane anche ex colleghi ed ex avversari politici – tra i quali gli ex assessori vercellesi Emanuele Caradonna e Mario Cometti – erano intervenuti pubblicamente per chiedere che a Rosso venissero concessi gli arresti domiciliari.
Libera Piemonte ha annunciato di volersi costituire parte civile. “E’ un modo – commenta la referente Maria José Fava – per esserci e affermare come le mafie ledano i diritti di tutta la collettività”. Per Libera “partecipare ad un processo come questo è anche un modo per affrontare il legame che può insinuarsi tra pezzi di politica ed economia, capaci di sfruttare norme ed attività imprenditoriali per interessi illegali”.