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Sanità | 02 dicembre 2019, 12:00

Malattie croniche, la Regione punta su una rete di assistenza che arrivi alla porta di casa

In Piemonte sono coinvolti 1,5 milioni di persone e la cura della cronicità costa tra i 60 e i 70 milioni di euro. Ma sono sempre di più i pazienti che vivono soli. "Serve integrazione e aiuto ai malati a casa". Si pensa a una cartella clinica "digitale" che segua il paziente da un professionista all'altro

Malattie croniche, la Regione punta su una rete di assistenza che arrivi alla porta di casa

Contro le malattie croniche il futuro è nella rete. Non Internet (per una volta, o comunque non completamente), ma rete di servizi, che sappiano uscire dagli ospedali e raggiungere i territori, fino alla porta di casa dei pazienti.

In Piemonte si stima che il 24% della popolazione è over65, mentre un 30% dei piemontesi ha una patologia cronica, pari a circa 1,5 milioni di persone hanno almeno una malattia di questo genere (tra cui due terzi degli ultra 65enni). Il 6% di questi si stima che soffrano di BPCO (patologie pneumologiche), i diabetici sono il 17%, mentre i casi di scompenso cardiaco sono circa il 3%. La demenza riguarda il 5%. Ma spesso chi è portatore di una patologia ne associa anche un'altra.

Un fenomeno che, al momento, genera una spesa per il sistema sanitario regionale tra i 60 e i 70 milioni all'anno. "Dobbiamo eliminare la cronicità dagli ospedali, anche se gli accessi sono calati molto negli ultimi anni. Circa 40mila in meno dal 2015 a oggi. Stiamo lavorando sui flussi informativi (dimissioni ospedalieri, flusso ospedaliero e nei pronto soccorso) per capire quanti pazienti sono affetti da quale malattie".

"Vogliamo passare da una medicina di attesa a un modello in cui il sistema va dal paziente, tra Case della Salute, farmacie dei servizi, infermieri di comunità e altri nodi che bisogna saper interconnettere senza attivarsi quando il paziente si ammala, ma seguendo la persona a domicilio, dalla prevenzione su chi ha fattori di rischio alla cura dopo la dimissione. Una medicina di iniziativa", commenta Franco Ripa, responsabile settore programmazione servizi sanitari e sociosanitari della Regione. E aggiunge: "Sul fronte dell'assistenza domiciliare già nei mesi scorsi abbiamo fatto una delibera perché si vada a fare la riabilitazione a casa dei pazienti".

Il problema sono però i malati che vivono soli, in assenza di care-giver (parenti o badanti). "I piani individuali vanno bene, ma bisogna considerare che non tutti si possono muovere alla stessa maniera all'interno del sistema sanitario", dicono gli esperti. Dunque le parole d'ordine sono integrazione, ma anche continuità terapeutica tra professionisti diversi, anche per l'accesso alle informazioni delle cartelle. "C'è un progetto di piattaforma digitale già avviato, sempre nel rispetto della privacy, a livello di Regione", spiega Ripa.

Un sistema che sostanzialmente permetterebbe a ogni singolo medico chiamato a curare il paziente di conoscerne (e aggiornare) costantemente la sua situazione. Anche perché le stime vedono salire sia gli over65 (34% nel 2050) e dunque la cronicità. E di conseguenza saliranno anche i cronici.

daln nostro corrispondente a Torino

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