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Economia | 24 ottobre 2025, 15:41

Valvole e rubinetti, l’Italia cresce e conquista i mercati globali: 9,55 miliardi di euro di fatturato nel 2024

Trainato dall’export, che rappresenta il 63% dei ricavi, il settore italiano delle valvole e rubinetti si conferma eccellenza mondiale

Nella foto: Sandro Bonomi, Marco Fortis, Greta Cristini

Nella foto: Sandro Bonomi, Marco Fortis, Greta Cristini

Il settore valvole e rubinetti italiano ha fatturato nel 2024 9,55 miliardi di euro (+1,8% sul 2023), con l’export che rappresenta ben il 63% dei ricavi. Tra i distretti italiani si distinguono Lumezzane–Brescia e Cusio–Valsesia, che insieme concentrano circa il 38,6% della produzione nazionale.

· Anche nel I semestre 2025 l’export è aumentato del 4,6%, raggiungendo un fatturato di oltre 3 miliardi di euro. Tra i Paesi di destinazione crescono i ricavi verso Stati Uniti, Germania e Arabia Saudita, calano invece in Cina.

· Codice Ateco “Altri rubinetti e valvole" è all’ottavo posto nella classifica dei primi dieci prodotti italiani per saldo commerciale nel 2024, con un valore di 5,3 miliardi di euro.

· Durante l’assemblea a Milano presenti 12 associazioni internazionali (da USA, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito) riunite per il "Milano White Paper", il position paper condiviso su idrogeno, nucleare ed energia.

· Principali fattori di rischio per il 2026: dazi verso gli Stati Uniti, eccessivo carico burocratico e doganale, svalutazione del dollaro, aumento del prezzo del rame, carenza strutturale di personale qualificato, e impatto del quadro normativo. Inoltre, il settore energetico è la sfida per migliorare la competitività delle imprese, con il prezzo dell’energia che resta tra i più elevati nella UE.

Milano, 24 ottobre 2025 – Le valvole e i rubinetti sono ovunque, dal settore energetico alle nostre case fino agli impianti industriali e alle infrastrutture. E l’Italia, con circa 500 imprese industriali e 30mila addetti, si conferma un’eccellenza a livello globale, posizionandosi come secondo mercato per dimensione più forte in Europa, dopo la Germania, e tra i primi sei a livello mondiale, insieme a Corea, Giappone, Cina, Usa e Germania.

Secondo i dati dell’Ufficio Statistica di Anima Confindustria, presentati oggi a Milano da Sandro Bonomi, Presidente dell’Associazione Italiana Costruttori Valvole e Rubinetteria (federata ad Anima Confindustria), nel 2024 il settore ha raggiunto un fatturato di 9,55 miliardi di euro, registrando una crescita dell’1,8% rispetto al 2023. L’export si conferma il principale motore del comparto, rappresentando il 63% dei ricavi.

Anche nel primo semestre del 2025, le vendite verso l’estero sono cresciute del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, superando i 3 miliardi di euro.

Tra i Paesi di destinazione, nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024, gli Stati Uniti si confermano al primo posto sia per quota di export (11,3%, pari a 343,4 mln di euro), sia per crescita (+19,4%). Seguono la Germania, con una quota dell’8,9% (272,2 mln di euro, +1,9%) e l’Arabia Saudita, anch’essa all’8,9% (271,9 mln di euro, +13,3%). La Cina, con una quota del 6,1% (186,9 mln di euro), registra invece una contrazione del 4,4%.

Un settore strategico, come emerge dall’analisi presentata da Marco Fortis, Vice Presidente di Fondazione Edison: il codice Ateco “Altri rubinetti e valvole” si colloca all’ottavo posto nella classifica dei primi dieci prodotti italiani (Ateco a 4 cifre) per saldo commerciale nel 2024, con un valore di 5,3 miliardi di euro, davanti a comparti come la farmaceutica di base e i componenti per autoveicoli.

Dall’assemblea emergono segnali positivi per lo sviluppo del comparto, ma anche criticità che potrebbero incidere sulla competitività delle imprese.

Tra i distretti italiani si distinguono in particolare Lumezzane–Brescia e Cusio–Valsesia (Novara, Vercelli, Biella e Verbano-Cusio-Ossola), che insieme concentrano circa il 38,6% della produzione nazionale di valvole e rubinetti.
Il distretto lombardo di Lumezzane–Brescia, con 61 imprese e un fatturato complessivo di 2,9 miliardi di euro nel 2023, rappresenta circa il 21% del totale nazionale; quello piemontese di Cusio–Valsesia, con 83 imprese e 2,4 miliardi di euro di fatturato, copre un ulteriore 17,5%.

Entrambi i poli, caratterizzati da una lunga tradizione nella lavorazione dei metalli, costituiscono oggi centri di eccellenza riconosciuti a livello mondiale per specializzazione produttiva e capacità di esportazione.

Tra le opportunità, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Paesi del Mercosur apre nuovi spazi di crescita, prevedendo la graduale eliminazione dei dazi su oltre il 90% dei prodotti industriali: un’intesa che offre al settore italiano delle valvole e dei rubinetti la possibilità di rafforzare la presenza in Sud America — in particolare in Brasile e Argentina — e di diversificare i flussi di export, riducendo per quanto possibile la dipendenza da mercati soggetti a tensioni tariffarie.

Tra i fattori di rischio, invece, preoccupa l’incertezza costituita dai dazi verso gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione per il comparto, che potrebbe comportare nei prossimi anni una contrazione del fatturato attualmente difficilmente quantificabile.

A questo si aggiungono ulteriori fattori di rischio: l’eccessivo carico burocratico e doganale, che aumenta sensibilmente il lavoro necessario per l’export, sottraendo risorse alla produzione e alla vendita; la carenza strutturale di personale qualificato, in particolare figure tecniche e specializzate; l’impatto del cambiamento del quadro normativo, che potrebbe penalizzare le imprese italiane; la perdita di competitività dovuta al rafforzamento dell’Euro sul dollaro USA; il considerevole aumento del prezzo del rame che pare si protrarrà nei prossimi anni. Inoltre, bisognerà prestare particolare attenzione al settore energetico, i cui costi, tra i più alti della Ue, impattano direttamente sulle imprese italiane. Nucleare, idrogeno, transizione verso fonti energetiche pulite sono quindi le sfide per rendere le nostre imprese più competitive rispetto agli altri Paesi.

“Il settore delle valvole e della rubinetteria rappresenta un’eccellenza a livello globale: un comparto altamente specializzato, riconosciuto in tutto il mondo per qualità, innovazione e capacità di servire mercati complessi - dichiara Sandro Bonomi, Presidente di Avr -. Le nostre aziende si trovano oggi ad affrontare sfide strutturali rilevanti: la complessità burocratica, i dazi, la carenza di personale tecnico qualificato e i costi dell’energia, tra i più alti nella UE, rappresentano ostacoli concreti alla crescita e alla competitività. In questa fase è fondamentale che le istituzioni e il Governo collaborino a stretto contatto con associazioni e imprese per preservare un comparto che oggi vale quasi 10 miliardi di euro e rimane strategico per l’intero Sistema Paese. L’assemblea di oggi è stata un momento essenziale di confronto sul futuro del settore grazie anche alla presenza di rappresentanti politici, associazioni internazionali ed esperti di mercato. Un’occasione fondamentale per consolidare la reputazione globale dell’industria italiana delle valvole e dei rubinetti, emblema di innovazione e di qualità del Made in Italy.” 

L’agenda dell’assemblea annuale soci Avr

L’assemblea ha riunito rappresentanti istituzionali, economisti, analisti geopolitici, operatori del settore e 12 associazioni internazionali provenienti da Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito e altri paesi, riunite a Milano per il “Milano White Paper”, il position paper condiviso su idrogeno, nucleare ed energia, confermando il capoluogo lombardo come punto di riferimento globale per l’industria e mettendo in luce la forza dell’export, la rilevanza economica e il ruolo strategico del Made in Italy.

Dopo gli interventi iniziali di Sandro Bonomi, Presidente di Avr, e di Marco Fortis, Vice Presidente Fondazione Edison, moderati da Greta Cristini, analista geopolitica, l’assemblea si è sviluppata in cinque open panel tematici:

· Capitale umano: Competenze per la crescita del settore

· Energia e industria: Clean Industrial Deal, energia e industria al centro della transizione

· Idrogeno e Nucleare: Prospettive italiane nel nuovo contesto energetico

· Acqua / Chimica: Water Resilience Strategy, DWD, Pfas, Piombo, Cromo VI

· Sostenibilità e compliance: Salvaguardare la competitività dell'industria tra CBAM e tassonomia.

Ogni panel ha affrontato temi chiave per le imprese associate, tra cui internazionalizzazione, innovazione tecnologica, transizione energetica, idrogeno, nucleare, processi produttivi e sviluppo delle competenze delle Pmi.

L’assemblea ha posto l’attenzione sul futuro del comparto, con un focus sul nuovo nucleare italiano, che sarà presentato alla World Nuclear Exhibition, la fiera mondiale del nucleare di Parigi il 4 novembre con una collettiva italiana di 28 aziende realizzata grazie a Italian Trade Agency e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale su proposta ANIMA Confindustria, e sugli sviluppi nell’idrogeno, settori in cui le valvole italiane rappresentano componenti essenziali. Inoltre, sono state approfondite modalità innovative di formazione e gestione dei processi produttivi per le Pmi, con l’obiettivo di sostenere la crescita del comparto nei mercati globali.

All'assemblea hanno partecipato alcuni membri del Parlamento europeo e parlamentari italiani della Commissione Energia, tra i quali l’On. Paolo Inselvini, l’On. Vinicio Peluffo, l’On. Luca Squeri, l’On. Luca Toccalini, l’On. Isabella Tovaglieri, l’On. Mariateresa Vivaldini e l’On. Silvia Sardone insieme a Davide Carlo Caparini, Consigliere di Regione Lombardia che hanno illustrato il punto di vista istituzionale sulle politiche energetiche e commerciali del settore.

AVR è l'associazione industriale federata ANIMA Confindustria che rappresenta le aziende italiane del settore valvole e rubinetteria. Nel 2024 il comparto ha raggiunto un fatturato di 9,55 miliardi di euro, con una quota export/fatturato che supera il 60% (dati Ufficio Studi Anima).

ANIMA Confindustria Meccanica Varia è l'organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, un settore che occupa 221.700 addetti per un fatturato di 56 miliardi di euro e una quota export/fatturato del 60% (dati Ufficio Studi Anima). I macrosettori rappresentati da ANIMA sono: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente.

comunicato stampa

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