Il ritorno dell’ora solare
Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, tornerà ufficialmente l’ora solare. Alle 3 del mattino le lancette andranno spostate indietro di un’ora, tornando così alle 2. Un piccolo gesto ormai familiare che segna la fine dell’ora legale e l’arrivo delle giornate più corte, con più luce al mattino ma meno ore di sole nel pomeriggio.
L’ora solare resterà in vigore fino all’ultimo weekend di marzo, quando torneremo a spostare di nuovo le lancette in avanti. Mentre i dispositivi digitali (smartphone, pc, tablet e smartwatch) si aggiorneranno automaticamente, per gli orologi analogici sarà necessario procedere manualmente.
Il bilancio energetico: risparmi e sostenibilità
Secondo le stime di Terna, durante i sette mesi di ora legale appena conclusi il sistema elettrico italiano ha registrato un risparmio di circa 330 milioni di kilowattora, pari al consumo medio annuo di circa 120 mila famiglie. Un beneficio economico di circa 100 milioni di euro, ma anche un vantaggio ambientale: sono state evitate 160 mila tonnellate di CO₂ immesse in atmosfera.
Negli ultimi vent’anni, l’adozione dell’ora legale ha garantito al Paese un risparmio complessivo superiore a 10 miliardi di kilowattora, corrispondente a oltre 1,8 miliardi di euro. Un risultato che mostra quanto il cambio dell’ora incida ancora oggi sull’efficienza energetica nazionale.
Gli effetti sul corpo e sulla salute
Nonostante i vantaggi economici e ambientali, il passaggio all’ora solare comporta anche un impatto fisiologico. Il nostro organismo, regolato da un delicato equilibrio circadiano, può risentire del cambio improvviso di luce e orari.
La Società Italiana di Endocrinologia (SIE) segnala come l’alterazione del ritmo sonno-veglia possa influire su qualità del sonno, metabolismo, peso corporeo e persino sulla salute cardiovascolare. Nei giorni immediatamente successivi al cambio, è consigliabile mantenere orari regolari, esporsi alla luce naturale nelle ore mattutine e limitare l’uso di dispositivi luminosi la sera.
Un dibattito ancora aperto in Europa
L’Italia introdusse l’ora legale per la prima volta nel 1916, con numerose sospensioni e ripristini fino al 1966, anno in cui la misura divenne stabile. A livello europeo, tuttavia, la questione resta ancora irrisolta.
Nel 2019, il Parlamento Europeo votò per l’abolizione del cambio semestrale, lasciando ai singoli Stati la scelta tra ora solare o legale permanente. Ma la pandemia ha rallentato il processo, e ad oggi nessuna decisione condivisa è stata adottata.
I Paesi del Nord Europa preferirebbero mantenere l’ora solare, coerente con la loro ridotta esposizione alla luce nei mesi invernali, mentre le nazioni mediterranee, tra cui l’Italia, sono più propense a conservare l’ora legale per godere di giornate più lunghe e luminose durante la bella stagione.