Quattro imprenditori del novarese sono accusati di aver creato un’organizzazione che rivendeva prodotti alimentari e per la casa scaduti o prossimi alla scadenza, anche di marchi noti come Coca Cola, Lindt e San Pellegrino, utilizzando etichette e confezioni contraffatte. L’indagine, condotta dai Nas di Torino e dalla Guardia di Finanza di Novara con il supporto di Europol, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per Patrick Bruno Lipari, che risulta attualmente irreperibile e titolare dell'omonima ditta di Granozzo, Mattia Piras, amministratore di un'azienda che opera nella selezione di prodotti imballati, Dario Cogliati, rappresentante di una società di commercio all'ingrosso, e Alì Zeltafi, dipendente di Lipari. Un quinto indagato ha già definito la sua posizione.
L’inchiesta è partita nel marzo 2022 dopo il sequestro di dolci potenzialmente pericolosi in un negozio della Bassa Novarese. I prodotti provenivano dall’azienda di Lipari, che è stato poi monitorato con intercettazioni. Le indagini hanno rivelato un giro d’affari illecito di migliaia di euro, culminato nel sequestro di tonnellate di merce contraffatta per un valore di circa 1 milione di euro.
Lipari avrebbe diretto l’organizzazione, Zeltafi gestiva la contraffazione e la logistica, Piras curava l’approvvigionamento e Cogliati finanziava l’attività. Le perquisizioni hanno coinvolto 14 edifici in sei province del Nord Italia. Grazie a Europol, è emerso che parte della merce era già stata distribuita in Germania, Francia e Lituania.