Si è chiusa con grande partecipazione la settima edizione di Climbing for Climate, l’iniziativa promossa dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS) che ha scelto il Monte Rosa come teatro di un forte messaggio simbolico sulla crisi climatica. Rettori, delegati, studiosi, cittadini, enti locali e associazioni hanno camminato insieme tra Alagna Valsesia e il ghiacciaio di Indren, osservando da vicino i segni tangibili del cambiamento in corso e rilanciando un appello all’azione collettiva.
Le escursioni, realizzate con il supporto del CAI e delle Guide Alpine di Alagna, hanno portato i partecipanti fino ai 3600 metri del ghiacciaio Indren, dove la perdita di massa glaciale è ormai evidente.
Tra i momenti più significativi, l’intervento di Daniele Barbone, Amministratore Delegato di Acqua Novara VCO, che ha tracciato un quadro preoccupante della situazione idrica nel Piemonte Orientale. Nel suo intervento dal titolo “Gestire l’acqua in un clima che cambia: sfide e strategie di resilienza territoriale”, Barbone ha evidenziato come l’acqua – un tempo elemento di equilibrio – stia diventando un punto critico:
“Lunghi periodi di siccità alternati a piogge estreme, lo zero termico in risalita anche sulle vette più alte e infrastrutture nate per un clima ormai superato: questi sono i segnali inequivocabili del cambiamento in atto”.
Barbone ha presentato dati impressionanti: sul ghiacciaio del Belvedere, sul versante di Macugnaga del Rosa, la scorsa estate sono stati registrati oltre 30°C a 1900 metri di quota. Il ghiacciaio perde ogni anno 2,5 milioni di metri cubi di ghiaccio – l’equivalente di 1000 piscine olimpioniche – arretrando di circa 20 metri.
Per far fronte a questa emergenza, Acqua Novara VCO ha avviato un piano di investimenti da 565 milioni di euro (2024–2036), orientato ad adattamento climatico, innovazione tecnologica, alleanze con università e istituzioni e coinvolgimento attivo dei cittadini.
Il messaggio lanciato dal CFC7 è chiaro: “La montagna è una maestra da ascoltare”. Secondo le proiezioni scientifiche, entro il 2050 le Alpi rischiano di perdere fino al 65% della massa glaciale, anche negli scenari più cauti. Ma l’iniziativa ha anche mostrato che esistono soluzioni: dalla gestione partecipata delle risorse idriche all’educazione ambientale, dal turismo sostenibile alle reti tra ricerca, comunità e imprese.
“La crisi climatica non è più solo un tema scientifico – ha concluso Barbone – ma una sfida collettiva. Serve agire ora e agire tutti”.