Nel terzo trimestre del 2025, le imprese artigiane del Piemonte continuano a navigare in acque difficili. Lo confermano i dati dell’indagine congiunturale diffusa da Confartigianato Imprese Piemonte, che fotografa un comparto in sofferenza, schiacciato tra calo degli ordini, difficoltà occupazionali e un clima generale di sfiducia alimentato da una crescente pressione burocratica e fiscale.
"I segnali di debolezza sono evidenti – spiega Giorgio Felici, presidente regionale di Confartigianato –. Le imprese artigiane si trovano a fare i conti con una congiuntura sfavorevole, in cui l’incertezza legata ai dazi internazionali e l’irrigidimento della macchina amministrativa rendono ancora più difficile programmare il futuro".
Ordini e occupazione: quasi tutti gli indicatori in rosso
Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini peggiora, passando da -12,95% a -14,44%, e cala anche la fiducia nell’export: se da un lato si riduce la percentuale negativa legata alla previsione di nuovi ordini dall’estero (da -29,30% a -20,97%), dall’altro preoccupa il drastico crollo delle aspettative di stabilità: le imprese che stimano esportazioni costanti passano dal 62,90% al 34,71%, con un calo di quasi 30 punti percentuali.
Non va meglio sul fronte del lavoro. Le previsioni occupazionali peggiorano lievemente (-6,17% contro il -5,44% del trimestre precedente) e cala anche la propensione ad assumere apprendisti (-20,96% rispetto al -19,22%). Raddoppia, inoltre, la percentuale di imprese che non impiega personale dipendente, passando dal 9,22% al 18,56%.
Investimenti al palo, cresce l’incertezza
Oltre tre aziende su quattro (il 78,35%) dichiarano di non avere in programma investimenti per i prossimi dodici mesi. "Un dato – sottolinea Felici – che racconta molto del clima di sfiducia che regna tra gli imprenditori. Senza fiducia e prospettive chiare, viene meno anche la spinta a investire, a innovare, a crescere".
Unico piccolo segnale incoraggiante riguarda il miglioramento della regolarità degli incassi, che sale al 68,38%, mentre calano le previsioni di ritardi nei pagamenti (30,58%). Restano però bassissime le attese su eventuali anticipi negli incassi (appena l’1,03%).
Felici: “Serve stabilità per tornare a crescere”
"Lo scorso trimestre – conclude Felici – avevamo registrato alcuni timidi segnali di ripresa. Oggi, purtroppo, ci troviamo di fronte a una nuova fase di incertezza. Serve una decisa inversione di rotta: occorrono misure strutturali di sostegno, semplificazioni reali per le imprese e politiche industriali che diano respiro al tessuto produttivo locale. Solo così si potrà tornare a parlare di crescita".
L’indagine è stata condotta tramite questionario telematico su un campione di 2.250 imprese artigiane piemontesi attive nei settori della produzione e dei servizi, ed è considerata un termometro significativo dello stato di salute dell’economia regionale.