La presenza di Pfas nelle acque del Piemonte resta un tema critico, nonostante l’avvio di nuove misure di controllo. Con la recente legge di riordino, il Consiglio Regionale ha infatti prorogato di tre anni l’entrata in vigore dei limiti più severi per sostanze come Pfos e Pfoa, rinviando così l’applicazione delle soglie che avrebbero reso fuori norma diversi scarichi già monitorati dall’Arpa.
Parallelamente, la Regione ha istituito un Osservatorio tecnico-scientifico che avrà il compito di coordinare strategie, monitoraggi e interventi per ridurre la diffusione dei Pfas nell’ambiente. Il nuovo organismo riunirà esperti di Arpa Piemonte, enti locali, università e Politecnico di Torino.
Secondo l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, la priorità è ora “creare una filiera che trasformi questa criticità in opportunità, impedendo che i Pfas continuino a finire nell’ambiente”. L’attenzione rimane alta soprattutto sugli scarichi industriali, mentre per l’acqua potabile – sottolinea Arpa – non sono emersi valori preoccupanti.
Dopo l’esperienza di Spinetta Marengo, dove trattamenti mirati hanno ridotto l’inquinamento, l’Osservatorio dovrà individuare soluzioni tecnologiche efficaci e sostenibili. Tuttavia, il rinvio dei limiti più stringenti solleva dubbi tra cittadini e ambientalisti, che temono un rallentamento nella tutela delle risorse idriche.