La carenza di personale infermieristico nel sistema sanitario piemontese è un'emergenza che conta migliaia di unità mancanti, come più volte sottolineato dal sindacato Nursind Piemonte. Un recente monitoraggio del piano straordinario di assunzioni, concordato il 30 giugno 2023, dipinge un quadro a tinte fosche per la regione, con ricadute specifiche anche sulle aziende sanitarie novaresi.
Secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024 e diffusi da Nursind, l'obiettivo regionale prevedeva l'assunzione di 674 infermieri in più rispetto al normale turn over. Tuttavia, a quella data, ne erano stati assunti solamente 279, concentrati in poche aziende sanitarie. La situazione è aggravata da una curva pensionistica sfavorevole e da un numero esiguo di nuove leve.
In questo scenario critico, la provincia di Novara si colloca in una posizione intermedia. Sa un lato l'Asl Novara ha raggiunto l'obiettivo fissato dal piano straordinario di assunzioni del 2023, che prevedeva 41 nuove assunzioni; secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024, i professionisti assunti sono 49. Dall'altro lato, tuttavia, l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara fa registrare un segno meno: a fronte delle 52 assunzioni previste, gli ultimi dati mostrano la mancanza di 18 unità. In tutto il Piemonte sono otto le aziende sanitarie che si trovano dunque ad affrontare una grave carenza di personale infermieristico: Vco, Vercelli, Cuneo 1, Cuneo 2, Alessandria, Aou Novara, Ao Cuneo e Aou Alessandria. Solo tre realtà (Mauriziano, Asl Città di Torino e Asl To3) hanno superato il limite minimo, concentrando gran parte delle poche assunzioni regionali.
Nursind Piemonte evidenzia problemi sistemici che contribuiscono alla crisi: l'alto numero di candidati ai concorsi non si traduce in un effettivo incremento del personale, suggerendo risorse limitate o difficoltà nel trattenerle; cresce il fenomeno delle dimissioni precoci; persiste l'utilizzo talvolta improprio del personale infermieristico e mancano modelli organizzativi omogenei e incentivanti. “Non vi sono ad oggi proposte e azioni incentivanti”, sottolinea il sindacato, pur riconoscendo la dimensione nazionale del problema dell'attrattività della professione.
Le differenze tra le aziende, secondo Nursind, non dipendono solo dall'attrattività delle zone, ma anche da “politiche aziendali differenti che non sono state approfondite”. Il sindacato esprime preoccupazione per il futuro, anche in vista dell'attivazione di case e ospedali di comunità, strutture che richiederanno ulteriore personale. La situazione, secondo le loro analisi, sembra destinata a peggiorare nel 2025.
Di fronte a questo quadro, Nursind sollecita nuovamente la Regione Piemonte e le singole aziende, inclusa l'Asl di Asti, a un confronto urgente e approfondito sulla questione infermieristica, per mettere in campo “tutte le azioni e gli interventi possibili”. Il sindacato segnala inoltre come, nonostante la carenza, molte aziende continuino a richiedere prestazioni aggiuntive non retribuite, un tema che promettono di affrontare a breve.