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Attualità | 05 agosto 2024, 19:02

Peste suina: interrogazione parlamentare su abbattimenti ”crudeli” nel novarese

Presentata questa mattina dalla parlamentare del Partito Democratico Eleonora Evi

Peste suina: interrogazione parlamentare su abbattimenti ”crudeli” nel novarese

Sarà il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida a rispondere in Parlamento sul caso degli abbattimenti tramite elettrocuzione, cioè con una scossa elettrica letale, dei maiali allevati in una struttura del novarese, a Trecate, dove sono stati rilevati casi di Peste suina africana.

La parlamentare del Partito Democratico Eleonora Evi ha presentato questa mattina una interrogazione parlamentare sul tema.

L’interrogazione, dopo aver riassunto gli sviluppi degli ultimi giorni sulla diffusione dell’infezione in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, si sofferma sulla vicenda degli abbattimenti nel novarese, denunciata nelle ultime ore dalla giornalista Giulia Innocenzi e dal suo team investigativo. Tramite le riprese realizzate con un drone, la giornalista ha documentato come “scrofe e suinetti sono stati sottoposti  a una morte crudele tramite scosse elettriche alle tempie”, e aggiunge che “la stessa Asl aveva dichiarato ai media che avrebbero proceduto con il gas, come stanno facendo ora in Lombardia. Perché poi hanno proceduto invece con la scossa elettrica?”

L’interrogazione dell’onorevole Evi chiede al ministro Lollobrigida di sapere “se sia a conoscenza dell'uso di tali pratiche e non ritenga di verificare puntualmente e fornire una relazione al Parlamento rispetto alle modalità utilizzate per l'abbattimento degli animali negli  allevamenti in cui sono stati rilevati i focolai di peste suina africana; se non intenda condizionare i ristori solamente a quelle aziende che rispettano il benessere degli animali, in tutte le fasi dell'allevamento, anche durante gli abbattimenti a causa della peste suina africana”.

L’interrogazione chiede infine di sapere “se, alla luce del fallimento della gestione dell'emergenza PSA sancito dai dati, non ritenga sia urgente mettere in discussione il modello di produzione di cibo basato sul confinamento di massa di milioni di animali, migliaia all'interno di singoli capannoni, esposti a condizioni di densità estreme e stress psicofisico, vittime e vettori di agenti patogeni anche letali e favorire, rapidamente, una transizione verso produzioni e consumi diversi a beneficio di salute, ambiente, clima, animali e anche del giusto guadagno per chi lavora in questo settore, schiacciato oggi da prezzi sempre più bassi”.

ECV

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