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Attualità | 23 aprile 2024, 07:50

Anbi Piemonte: "Sfruttare le reti irrigue per contrastare i cambiamenti climatici"

Il direttore Mario Fossati è intervenuto sul tema durante un convegno nell'ambito del G7 Clima, energia e ambiente

Anbi Piemonte: "Sfruttare le reti irrigue per contrastare i cambiamenti climatici"

“L’agricoltura è un settore fondamentale non solo per la vita delle persone, ma anche per la vita del nostro pianeta e dei diversi territori in cui vivono le tante comunità. Non è vero che il settore agricolo implica consumo, se non addirittura spreco, di acqua. Anzi, le reti che consentono l’irrigazione portano tanti benefici al territorio”. Lo ha dichiarato Mario Fossati, direttore di Anbi Piemonte, in occasione dell’Incontro di studio preparatorio nell’ambito del G7 Clima, energia e ambiente, su invito del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, intitolato “Cambiamento Climatico: Il Presente E Il Futuro Della Risorsa Idrica In Agricoltura”, che si è tenuto il 22 aprile, Giornata Mondiale della Terra, presso l’Accademia di Agricoltura di Torino.

“Proprio oggi, che siamo in un’epoca di cambiamenti climatici conclamati e dobbiamo agire in ogni modo per contrastarli, dobbiamo sfruttare le reti irrigue per perseguire queste finalità”, ha proseguito Fossati. “Dobbiamo sicuramente conservare l’acqua che non utilizziamo immediatamente, realizzando invasi, sfruttando meglio quelli già esistenti e ristrutturando quelli non utilizzati. Ma l’invaso più importante che abbiamo è costituito dalla falda freatica che si trova sotto la pianura padana. Un immenso lago, anzi un immenso fiume, perché l’acqua della falda si muove, scorrendo verso la valle del Po, alimentando i territori a valle con acque immesse a monte. La falda viene alimentata dall’attività agricola, in particolare, nel comprensorio del riso proprio dall’attività di sommersione. L’acqua che viene immessa in falda ad aprile si muove sottoterra e va ad alimentare risorgive e fontanili, che sono fondamentai per far fronte alla stagione estiva, quando l’acqua scarseggia, con periodi di siccità sempre più frequenti e prolungati. Già oggi, i fontanili e le risorgive contribuiscono al 30% del fabbisogno idrico estivo dell’agricoltura. Ma non solo. L’effetto si vede anche a valle, addirittura sul delta del Po, per esempio per contrastare il cuneo salino”.

Il comprensorio dei risi, concentrato tra Piemonte e Lombardia, si estende su un territorio compreso tra la Dora Baltea e l’Adda, con il Po a chiudere il territorio a sud. Si tratta di 900mila ettari, di cui 500mila irrigati, dove si produce il 90% del riso italiano, pari al 61% del riso europeo. “Le reti di irrigazione sono come il sistema circolatorio del corpo umano, che porta il sangue dal cuore fino a ogni cellula. Ma l’acqua che scorre nei canali non viene utilizzata solo per l’agricoltura, ma per molteplici scopi. In primo luogo, per la produzione di energia pulita”, spiega ancora Mario Fossati. “I salti idraulici lungo il corso dei canali vengono sfruttati dalle centrali idroelettriche di diverse dimensioni. Solo nel territorio del Consorzio Est Sesia (che va dal Sesia al Ticino), per esempio, ci sono 63 centrali idroelettriche che producono 140milioni di Kw/H all’anno, e altre 20 centrali sono in fase di progettazione e realizzazione. L’acqua dei canali irrigui viene sfruttata dal settore industriale, per esempio per raffreddare le centrali termoelettriche o come risorsa antincendio per le raffinerie. Ma poi i canali sono una enorme risorsa dal punto di vista ambientale, per la conservazione e la promozione della biodiversità: si pensi alle tante specie di anfibi, uccelli e altri animali che vivono proprio nei territori attraversati da canali costruiti dall’uomo”.

“I consorzi di irrigazione e bonifica si occupano della manutenzione, dell’ampliamento e del miglioramento delle reti irrigue, e sono quindi in prima linea per contrastare il dissesto idrogeologico del Paese. Si pensi alla mitigazione delle piene e alla prevenzione degli allagamenti, di cui si parla solo in caso di disastri. I consorzi se ne occupano in maniera continuativa e sistematica, attraverso l’attività di manutenzione e di controllo costante in ogni giorno dell’anno deli rispettivi canali. Dobbiamo continuare ad investire nell’attività ordinaria, ma anche in ricerca e sviluppo, aumentando le conoscenze e definendo strumenti di adattamento ai cambiamenti climatici, coinvolgendo università e partecipando a progetti di ricerca nazionali o internazionali, ed estendendo l’analisi degli impatti ambientali causati dalla siccità sull’ambiente e sull’ecosistema”, ha concluso Fossati.

Comunicato Stampa

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