Ha un clamoroso sviluppo che riguarda il mondo politico della provincia di Novara l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano nell’ambito della quale la Guardia di Finanza ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Milano Luigi Iannelli nei confronti di Pasquale Palamara, 48 anni, e Giuseppe Palamara, 57 anni, due fratelli originari di Melito Porto Salvo e San Lorenzo in Calabria, che abitano sul lago Maggiore, uno ad Arona e l’altro a Meina.
Tra le altre 7 persone indagate per una serie di fallimenti “pilotati” di società che operano nel settore dell’edilizia, in particolare del movimento terra e dei lavori stradali a Milano e in provincia di Novara ci sarebbe anche Giuseppe “Peppino” Cerutti, 86 anni figura di primissimo piano nella politica novarese per tutti gli anni ’80 e’90 e poi ancora di recente. Secondo gli accertamenti del nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF milanese Cerutti sarebbe il prestanome dei Palamara messo a capo della società operante nel settore scavi e movimento terra “Cave di Romagnano Sesia”, azienda su cui i Palamara avrebbero attuato operazioni di distrazione di beni destinandola al fallimento.
Le indagini riguardano reati tributari e fallimentari e autoriciclaggio. I militari delle fiamme gialle, coordinati dalla pm Sara Ombra e dall'aggiunto Alessandra Dolci, hanno eseguito anche un sequestro preventivo per oltre 1,3 milioni di euro in immobili, auto di lusso e conti correnti.
Secondo quanto ricostruito dall'inchiesta del Nucleo Pef i due fratelli avrebbero pilotato il fallimento di alcune aziende a loro riconducibili attraverso la distrazione di patrimoni per impedire le azioni di recupero da parte del fisco. Secondo gli investigatori venivano create delle new company nel movimento terra, tra cui una di diritto svizzero, amministrate da prestanome per riciclare il denaro proveniente dalle attività illecite.
Le imprese decotte venivano sistematicamente svuotate di beni e soldi, attraverso movimenti finanziari anche verso la vicina Confederazione elvetica, e poi reimpiegati dai Palamara anche per l'acquisto di beni di lusso. Il gip di Milano, nel disporre le misure cautelari, ha invitato la Procura a proseguire nelle indagini perché “è plausibile”, si legge nell’ordinanza, che vi siano “numerosi soggetti coinvolti in via diretta e/o indiretta nelle operazioni fraudolente descritte, e altri ne siano emersi quali destinatari di somme di denaro uscite dalle società in assenza di formale giustificazione contabile”.
Il coinvolgimento di Peppino Cerutti ha destato molto clamore nel novarese. Già sindaco di Borgomanero negli anni ’70 , Cerutti era uno dei leader del Partito Socialdemocratico, fortemente legato a Franco Nicolazzi. Consigliere regionale dall’1980 al 1990, Cerutti nel 1989 fu tra i promotori della scissione che portò una grossa fetta dell’allora Psdi a confluire nel Psi di Bettino Craxi. E con il partito del Garofano arrivò in parlamento dal 1992 al 1994. Conclusa l’esperienza nazionale, e con l’avvento della Seconda Repubblica, Cerutti ha vissuto una sorta di seconda giovinezza: rieletto in consiglio comunale a Borgomanero nel 2002, fu vicesindaco dal 2007 al 2009. Nel frattempo, sempre nel 2002 fu nominato presidente della Sitaf, la società del traforo del Frejus della quale rimase al timone per 15 anni, fino al 2017.
Ancora di recente Cerutti ha avuto un ruolo di primo piano nelle vicende politiche di Borgomanero. E il prossimo sabato era previsto il suo intervento ad un convegno storico dedicato al centenario della nascita di Franco Nicolazzi, in programma a Borgomanero con la partecipazione di esponenti politici nazionali del governo e del parlamento.