Un'influenza come tante altre, che però nel suo corpo aveva lasciato strascichi pesanti: una forma rarissima di mielite flaccida acuta, malattia neurologica che di fatto gli paralizzava una gamba.
Grazie a un intervento pionieristico dei medici del Regina Margherita, però, un bimbo di due anni potrà tornare a usare l'arto inferiore come se nulla fosse successo. Si tratta della prima operazione di questo genere, in Europa, portando speranza e nuove prospettive per i pazienti affetti da AFM.
La mielite flaccida acuta (AFM) è una malattia neurologica rarissima, che si manifesta improvvisamente, distrugge il midollo spinale e colpisce principalmente bambini assolutamente sani e si può definire come la poliomielite del 2000. Questa malattia è causata da un virus, spesso associato a comuni infezioni respiratorie (come una banale influenza, appunto), che provoca un'infiammazione del midollo spinale, danneggiando le cellule nervose che trasmettono i segnali motori ai muscoli del corpo. Il risultato è una progressiva debolezza muscolare che può sfociare nella paralisi degli arti, specialmente nelle gambe.
Quando la mielite flaccida acuta colpisce i bambini, le conseguenze possono essere ancora più devastanti. I piccoli pazienti si ritrovano così improvvisamente a dover affrontare una lotta contro la propria incapacità di muoversi e svolgere le attività quotidiane. Inoltre, la mancanza di consapevolezza e comprensione riguardo alla mielite flaccida acuta può rendere ancora più difficile per le famiglie ottenere il supporto necessario. L'accesso a cure specialistiche, terapie e risorse può essere limitato, e molte famiglie si trovano ad affrontare questa sfida da sole. È fondamentale sensibilizzare l'opinione pubblica su questa rarissima malattia e promuovere la ricerca per trovare nuove soluzioni terapeutiche.
L’intervento chirurgico è stato eseguito alcuni giorni fa, dopo otto mesi dalla comparsa della paralisi, dai chirurghi dottori Bruno Battiston, Paolo Titolo, Nathalie Bini. La procedura chirurgica è durata circa 7 ore, durante le quale sono stati reinnervati, ossia collegati come fili elettrici, alcuni rami nervosi funzionanti dei muscoli distali dalla parete addominale e dal nervo sciatico ai nervi non funzionanti della coscia e del gluteo. La componente sana potrà ricrescere 1-2 millimetri al giorno all'interno dei nervi non funzionanti. Così facendo i nervi sani arriveranno a dare un impulso elettrico alla parte lesionata, dandole nuova vita.
L'intervento chirurgico si basa sui trasferimenti nervosi, una tecnica che coinvolge il riposizionamento di nervi sani per ripristinare la funzione motoria nelle zone colpite. In questo caso specifico, è stato mirato a recuperare la funzione dell'arto inferiore destro paralizzato. Durante l'intervento, i chirurghi hanno eseguito con precisione microchirurgica il collegamento dei nervi sani a quelli paralizzati, creando una nuova connessione per trasmettere i segnali neurali.
L’intero percorso chirurgico e riabilitativo del paziente è reso possibile grazie dalla collaborazione interdivisionale tra l'Ortopedia e Traumatologia pediatrica (diretta dal dottor Alessandro Aprato ed afferente al Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino "Regina Margherita" - diretto dalla professoressa Franca Fagioli), l'Ortopedia e Traumatologia 2 ad indirizzo Chirurgia della mano (diretta dal dottor Bruno Battiston), la Neurochirurgia universitaria (diretta dal professor Diego Garbossa) ed il Dipartimento di Ortopedia - Traumatologia e Riabilitazione della Città della Salute (diretto dal professor Giuseppe Massazza).
L'operazione ha avuto successo, sotto la supervisione della professoresa Amy Moore (Direttrice del Centro di Chirurgia Plastica Ricostruttiva - Ohio State University -USA), una delle poche esperte al mondo nella chirurgia delle paralisi come la mielite flaccida acuta. Ora il bambino sta bene.
Sebbene il percorso di riabilitazione e recupero sia lungo, la chirurgia apre la strada a nuove opportunità di trattamento per pazienti con AFM. L'importanza di questo traguardo potrebbe significare una speranza tangibile per molti altri bambini affetti da questa malattia debilitante.
Il recupero della funzione motoria necessita di molti mesi e sarà facilitata dai moderni trattamenti fisioterapici, atti a preservare e favorire la motilità dei distretti interessati. La collaborazione interdivisionale permette un trattamento multidisciplinare ed un percorso ambulatoriale, chirurgico e riabilitativo dedicato ai piccoli pazienti affetti da lesioni nervose periferiche.