Finale con “capitombolo” al consiglio comunale di ieri mattina a Novara, con la giunta costretta a ritirare la delibera sul nuovo sistema delle agevolazioni tariffarie per le mense scolastiche. Una delibera presentata con una certa enfasi dall’assessore Giulia Negri, che ne ha parlato come di “una scelta che vuole dare maggior sollievo economico in un momento difficile”.
Cosa prevedeva la delibera? Anzitutto la riduzione del numero delle fasce Isee nelle quali è articolato il sistema dalle attuali 9 a 5 e poi un sistema di “sconti” sul prezzo del pasto che parte dall’82,82% per i redditi più bassi, fino a quelli più alti che pagheranno il costo intero.
Un sistema che non ha convinto l’opposizione. Cinzia Spilinga (Pd) ha sottolineato come “la riduzione del numero delle fasce di reddito di solito non avvantaggia i più deboli”. “Non c’é nessuna garanzia – ha aggiunto Rossano Pirovano – sul fatto che chi oggi paga un euro a pasto continuerà a farlo”, anche perché – ha rincarato la dose Nicola Fonzo – non essendo stato ancora assegnato il nuovo appalto, non sappiamo oggi il costo del buono pasto”.
Poi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’assessore aveva ripetuto che una delle scelte innovative del sistema era quella di far pagare a prezzo pieno i non residenti. “Ma nel testo della delibera – ha eccepito ancora Fonzo – questo provvedimento non c’è”.
Imbarazzo in aula, qualche tentativo di spiegazione da parte del dirigente, poi, dopo una breve riunione dei capigruppo, la decisione: delibera ritirata. Se ne riparlerà. Forse dopo la gara d’appalto …