L’avvocato Davide Spantaconi, rappresentante legale del rapper Zefe, ha inviato un comunicato agli organi d’informazione per fare chiarezza sul coinvolgimento del suo cliente per quanto successo ad agosto presso la piscina di via Solferino a Novara.
L'eco mediatica sortita dall'arresto di Kazir Sifeddine, in arte Zefe, avvenuto in data 7 agosto 2022, impone una ferma presa di posizione rispetto agli addebiti che, con maggiore o minore prudenza, gli furono mossi dagli organi di stampa, in particolare in ordine all'avere imbrattato la piscina di via Solferino con deiezioni umane.
La recente chiusura delle indagini preliminari ha infatti permesso di prendere visione delle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso installate presso lo stabilimento, che confermano quanto il mio assistito aveva già fermamente e chiaramente rivendicato in sede di convalida del suo arresto, ossia l'assoluta estraneità a quel fatto.
Le immagini ritraggono esattamente l'area dove sono stati rinvenuti i residui organici, ma in alcun modo si vedono il Kazir, o gli altri soggetti con cui si accompagnava, svolgere alcuna azione che lo leghi anche solo indirettamente all'imbrattamento, rispetto al quale resta ignota la paternità.
V'è rammarico per il gestore della piscina, costretto a chiuderla per le operazioni di sanificazione, ma è certo che tanto non sia dovuto alla condotta di Kazir Sifeddine.
Il processo dimostrerà quanto dal mio assistito già ammesso, ossia l'essersi limitato ad introdursi nella piscina di via Solferino per una "bravata", ossia per fare un tuffo notturno.