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Politica | 18 gennaio 2022, 16:00

“Molti parlano della conferma di Mattarella e Draghi, vorrei ci fosse una alternativa”

L'ex senatore della Lega Marco Preioni:”Ormai non si può più tornare indietro e sarebbe antieconomico bloccare l’attuazione del Pnrr”

“Molti parlano della conferma di Mattarella e Draghi, vorrei ci fosse una alternativa”

Tra una decina di giorni si riuniranno le Camere per eleggere il Presidente della Repubblica.

Rispetto l’uscente onorevole Sergio Mattarella per il ruolo di Presidente della Repubblica ma confesso di non avere mai provato alcuna umana simpatia per lui e di avere poco gradito le sue scelte politiche. Stimo come persona il dottor Mario Draghi ma ritengo che come capo del Governo stia facendo gli interessi solo di una parte, economicamente rilevante ma  numericamente minoritaria, degli italiani ed un danno per tutti gli altri. Molti parlano della loro conferma; vorrei ci fosse una alternativa, ma temo che ciò non sia possibile perché la situazione in cui ci troviamo non lo consente.

Cercherò di spiegarne la ragione stando a quello che vedo :

A) il parlamento è ancora oggi composto da tre raggruppamenti, portatori di interessi diversi e in parte contrapposti, espressi dagli elettori nel 2018. I rapporti numerici e di “separazione-convergenza” originari tra i gruppi e dei singoli parlamentari si sono in parte modificati a quattro anni dall’inizio di legislatura, ma restano abbastanza attuali, pur con punte di radicalizzazione agli estremi dello schieramento e con ben maggiori numeri di “centrismo” nella condivisione di temi e di indirizzi spalmati nella larga maggioranza che sostiene il governo Draghi.

B) il parlamento è “ostaggio” di tre fattori che si sono sommati:

1- la mancanza di seri progetti di “indirizzo della politica nazionale” (art. 49 cost.) che i partiti personali e privi di veri valori ideali ed ideologici non possono avere … perché l’ indirizzo segue il “capriccio” del segretario di turno; da ciò deriva la subalternità al governo.

2- il fattore emergenza pandemica che ha colto di sorpresa un parlamento privo di guide politiche e di personale davvero competenti nelle diverse discipline; da ciò la subalternità a organi e personalità dotati di sicura esperienza ma esterni alla macchina associativa dei partiti e la ancor più accentuata sudditanza dei partiti alle pressioni delle corporazioni finanziarie, industriali, commerciali, professionali e assistenziali.

3- l’ improvvida decisione di ridurre il numero dei parlamentari che ha scomposto gli umori e le disponibilità alla “disciplina di gruppo” nei rapporti personali interni alle Camere; da ciò la difficoltà di prevedere candidature ampiamente condivise e certe di successo che, col voto segreto, incorrono nel  “ricatto” legato alla durata della legislatura ed a improbabili rielezioni di più della metà degli attuali parlamentari.

C) il governo Draghi, di emergenza nazionale, è nato sostanzialmente da un accordo tra banchieri europei ed imprenditori di grandi opere e di grandi commesse per pubbliche forniture e con una “tangente” da pagare ai partiti per mantenere il consenso elettorale e dei loro “clientes”. I partiti italiani si sono limitati a prenderne atto. Esso è “ostaggio” di chi presta i soldi, di chi conta di riceverli e dei partiti che, a questo punto, speculano sulla mediazione politica per pura “rendita di posizione”.

D) la scelta politica fatta per affrontare l’ emergenza covid è stata quella di straindebitare gli italiani per finanziare opere materiali a garanzia delle restituzioni degli stessi soldi prestati, ma col rischio di andare in bancarotta … come le banche venete che hanno dissipato i soldi dei soci e dei risparmiatori prestandoli per costruire capannoni ed hanno creato una “bolla” che è esplosa nel momento in cui l’ eccesso di capannoni costruiti ha portato allo azzeramento delle stesse garanzie. Si sta infatti mettendo a rischio la permanenza dell’Italia nell’ Euro e si prospetta una forte inflazione con aumento dei prezzi e del costo della vita.

E)  l’ impegno con le banche europee e con i destinatari della spesa fuor dell’ordinario è stato preso già dal governo giallorosso Conte, che tuttavia non dava le garanzie richieste da chi voleva prestare i soldi e da chi li voleva ricevere. Il presidente Mattarella è stato quindi indotto a fare il noto discorso per allargare le garanzie con una maggioranza “prezzolata” e “mercenaria”.

Draghi è l’ esecutore ed il garante della tenuta interna del governo e della effettiva destinazione dei soldi prestati all’ Italia.Qui è costretto a restare almeno fino a fine legislatura, come vogliono i mercati”.

F) è stato forse un grave errore ed un danno per milioni di italiani chiedere ed accettare prestiti internazionali smisurati; ma ormai è stato fatto.

La situazione è tale per cui non si può più tornare indietro e sarebbe altrettanto problematico e antieconomico bloccare l’ attuazione del PNRR dopo che una prima parte della spesa è già stata operata.

Siamo “in mezzo al guado” … siamo nel punto in cui costa certamente troppo andare avanti ma sarebbe ancora più dannoso tornare indietro.

È come se dopo avere speso per la progettazione del ponte di Messina un terzo delle risorse a disposizione per la sua costruzione si dicesse… abbiamo scherzato.

Mi pare, a questo punto, che la scelta sia obbligata perché l’ Italia è stata messa in un “cúl de sacc”. Andare avanti così costa molto e costerebbe ancora di più sprecare quanto si è già speso per bloccare i progetti in corso e cambiare la direzione. Ci troveremmo col danno di progetti pagati ed opere incompiute.

A ME NON PIACE, MA TEMO CHE LA SOLUZIONE SIA QUELLA DELLA CONTINUITÀ…

MATTARELLA AL QUIRINALE E DRAGHI AL GOVERNO FINO AL 2023.

Poi, con le elezioni si vedrà cosa sarà in Parlamento.

Ripeto, non mi piace questa soluzione ma forse è per l’ Italia la “meno peggio”.

Marco Preioni

Ex senatore Lega Nord





Lettera firmata

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