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Sanità | 29 marzo 2021, 14:00

Il Covid non ferma la ricerca dell’Ospedale Maggiore sulla chirurgia oncologica

Ottenuti importanti progressi nella chirurgia mini invasiva e robotica

Il Covid non ferma la ricerca dell’Ospedale Maggiore sulla chirurgia oncologica

Nonostante la pandemia, all’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità

di Novara prosegue l’attività di ricerca e sviluppo nel settore della chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica e in particolare della chirurgia mini invasiva, laparoscopica e robotica.

La scorsa settimana è stato infatti eseguito il primo intervento di asportazione di un tumore del fegato con il robot Da Vinci XI Surgical System a cura della Struttura di Chirurgia generale II alla quale afferisce programma di chirurgia su fegato e pancreas.

In questi quattro anni di attività sono state effettuati 280 interventi di resezione del pancreas per tumore e 210 resezioni epatiche per neoplasia, un terzo delle quali condotte con tecnica mini invasiva laparoscopica.

I risultati ottenuti sono stati molto soddisfacenti e in linea con gli standard nazionali sia per la sopravvivenza dei pazienti che per la radicalità oncologica. Questo ha permesso di proseguire nel programma di sperimentazione, affrontando la sfida della chirurgia robotica.

Il robot infatti rappresenta il futuro della chirurgia oncologica, ma per vari motivi rimane per ora appannaggio solo di pochi centri, tra i quali l’Aou novarese che, da alcuni anni, ha investito molto nel programma di chirurgia robotica per offrire ai pazienti e all’intero territorio l’eccellenza nella cura dei tumori.

Per questo motivo è stato creato un gruppo multi-disciplinare di chirurghi che annualmente effettua circa 300 interventi robotici e che è coordinato dalla Struttura di Urologia.

Del gruppo fanno parte anche le migliori professionalità delle Strutture Ginecologia, Chirurgia toracica, Otorinolaringoiatria, Chirurgia generale (a direzione universitaria) e Chirurgia generale II (a direzione ospedaliera).

C.S.

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