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Sanità | 28 ottobre 2020, 18:00

Covid nelle RSA, Grimaldi (Luv): "Dove finiranno i malati non ricoverati negli ospedali?

Il consigliere regionale: "La crescita esponenziale dei contagi tra i più fragili: la seconda ondata non può coglierci impreparati"

Covid nelle RSA, Grimaldi (Luv): "Dove finiranno i malati non ricoverati negli ospedali?

"Di nuovo le RSA, di nuovi i più fragili, i più indifesi, e i lavoratori che si prendono cura di loro sono le persone più colpite dal Covid in Piemonte; è evidente che la seconda ondata ha colpito nuovamente la Regione Piemonte proprio nei luoghi che avevamo chiesto di proteggere maggiormente: chiediamo all’Assessore Icardi e all’Assessora Caucino di aggiornarci sul piano dei tamponi rapidi e sapere dove finiranno le persone non autosufficienti positive non ricoverate negli ospedali", commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

"Nelle scorse settimane Raviolo ha confermato che, nella prima ondata, l’emergenza Rsa è arrivata sul tavolo della Regione solo dopo il 17 marzo, lasciando pertanto la gestione di quelle situazioni senza guida per un mese – prosegue Grimaldi – e, nonostante le rassicurazioni del Presidente Cirio, la situazione oggi appare molto grave, almeno nei dati: i molti focolai attivi nelle RSA stanno aumentando esponenzialmente, venerdì scorso sono addirittura triplicati in un giorno i pazienti positivi delle case di riposo (+293 un giorno sull’altro), e quelle della provincia di Vercelli e di San Giacomo di Susa, sono solo le ultime due case di riposo con focolai attivi denunciati".

"Cosa non sta funzionando di nuovo in quelle residenze? Come ha fatto il virus ad entrare nuovamente là dentro e attaccare i più fragili? Cosa non va nella sicurezza di quei luoghi?” – si chiede Marco Grimaldi che annuncia un’interrogazione urgente nelle prossime ore. "Vogliamo sapere quale siano i numeri del contagio nelle RSA, in che modo è entrato il virus nelle case di riposo e come viene garantita la separazione delle aree delle RSA destinate ai pazienti Covid da quelle per gli ospiti non infetti. A questo proposito – prosegue Grimaldi – vogliamo sapere se il personale è sufficiente a garantire la sicurezza là dentro o ci troviamo di nuovo di fronte a lavoratori che devono fare turni massacranti per garantire a tutti le necessarie attenzioni. Abbiamo letto alcuni avvisi pubblici delle ASL, come quella di Novara, nel quale si fa cenno alla separazione del personale: ma sarà dedicato ad uso esclusivo delle aree Covid, senza che vi sia il pericolo di contaminare l’intera struttura? Non vorremmo che la giusta separazione fisica delle aree non tenesse conto del fatto che mesi fa il personale è stato costretto a lavorare in entrambe le aree".

C.S.

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