Seconda notte in carcere per Rosario Saporito, il quarantenne di Trecate che sabato ha ucciso il fratello minore Daniele sparandogli almeno tre colpi di pistola. Sabato sera, dopo che l’uomo si era consegnato al comando provinciale dei Carabinieri di Novara, è stato a lungo sentito dal magistrato incaricato delle indagini, la PM Silvia Baglivo. Ed è a lei che Saporito ha raccontato le circostanze della sua fuga disperata dopo il tragico gesto: "Volevo suicidarmi – ha detto l’uomo che al magistrato ha reso ampia confessione - ma non ne ho avuto il coraggio". Avrebbe voluto rivolgere vero di se l’arma con quale aveva tolto la vita al fratello, una 9×21 Parabellum modificata, senza alcuna matricola.
Proprio sulla provenienza dell'arma stanno indagando gli investigatori: la pistola, per questo motivo, é stata inviata al RIS di Parma. Proprio alla provenienza dell’arma e al modo con cui Saporito se l’è procurata è legato l’approfondimento su un aspetto non secondario dell’indagine, cioè la premeditazione.
Intanto é sempre più chiaro che il movente del delitto vada ricercato nella insensata gelosia che ha travolto l'omicida. Rosario aveva chiuso a gennaio una relazione con una donna residente in provincia di Pavia, ma con il passare dei mesi si era convinto che il fratello Daniele avesse avuto un ruolo nella fine della storia, anche con la complicità della sorella minore Veronica. Una vera e propria fissazione, a quanto pare del tutto infondata.
A Trecate l'episodio ha turbato profondamente la vita di una comunità che per molti aspetti ha ancora la dimensione del paese in cui tutti si conoscono. I Saporito vengono definiti da tutti - a cominciare dal sindaco Federico Binatti che é stato compagno di scuola della vittima, una famiglia tranquilla.