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Sanità | 28 settembre 2019, 11:30

A Torino una mano robotica per la riabilitazione post ictus (FOTO)

Il progetto "Riabilita" è stato sostenuto da Reale Foundation e Rotary Club Torino

A Torino una mano robotica per la riabilitazione post ictus (FOTO)

La Città della Salute e della Scienza di Torino accoglie la mano robotica 2.0 Gloreha per la diagnostica e la neuroriabilitazione post ictus.

Un progetto sostenuto, con un investimento di 30 mila euro, da Reale Foundation e i Rotary Club Torino, che consolida una partnership ormai storica nell'innovazione del welfare.

Il dispositivo, a supporto dell'arto superiore invalidato dalla patologia, si colloca in un percorso articolato di avanzamento tecnologico in ambito riabilitativo, in cui dalla fase ospedaliera si passa a quella extraospedaliera, con continuità terapeutica,  e successivamente al domicilio. L'ictus, per incidenza e complessità, è stato preso come primo esempio per applicare un nuovo approccio culturale di presa in carico del paziente.

Il progetto "Riabilita", partito dalla struttura di Medicina fisica e Riabilitazione delle Molinette, si sta estendendo su tutto il territorio attraverso la rete universitaria delle strutture extraospedaliere. L'obiettivo è di presentare in Regione una proposta sperimentale che coinvolga l'intero sistema riabilitativo piemontese.

"Innovazione, efficacia e sostenibilità sono i punti chiave della sfida che l'Università di Torino e la Città della Salute e della Scienza lanciano per la riabilitazione del terzo millennio", ha detto Giuseppe Massazza, direttore del Dipartimento di Ortopedia, Traumatologia e Riabilitazione. "Abbiamo rivisitato un progetto già partito del 2015 all'interno della nostra azienda, ri posizionandosi i professionisti che ne facevano parte. Ora prevediamo di fare rete, proiettando il progetto direttamente a casa del paziente e seguendolo nella fase acuta, post acuta e domiciliare. Riabilita vuole essere un paradigma per progetti riabilitativi negli anni a venire".

Il paziente "zero" designato per l'utilizzo della mano robotica è Franco Nessi, direttore di Chirurgia Vascolare all'ospedale Umberto I, colpito da ictus cinque anni fa, che aveva perso l'utilizzo della mano sinistra.

La mano robotica si infila come un guanto, dal peso molto leggero, ed è collegata a un computer. Guidato da fisioterapista o fisiatra, in un primo tempo il paziente osserva sullo schermo una mano reale compiere uno specifico task motorio; poi, il guanto riabilitativo lo supporta nello svolgimento dell'esercizio. L'apparecchio Gloreha permette di sfruttare il movimento della mano sana per generare, tramite il guanto robotico, un'azione similare sulla mano affetto. Il coinvolgimento del paziente e la stimolazione delle aree corticali sono amplificati dal meccanismo motorio a specchio e dall'osservazione delle due mani 3D in movimento, mentre si sperimentano le funzioni bilaterali con oggetti reali.

"L'approccio alla macchina è entusiasmante, ripongo molte speranze", ha spiegato Nessi. "Il mio braccio era dato per perso inizialmente, invece ora ci stiamo riavvicinando a una doppia manualità. Mi fa molto piacere avere un orizzonte di recupero più ambizioso. Già mi sento molto meglio, anche se i progressi richiedono il loro tempo".

Dal nostro corrispondente a Torino

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