Un ragazzo confuso, molto provato, che forse solo ora comincia a rendersi conto della gravità del gesto che ha compiuto: è apparso così davanti ai magistrati Alberto Pastore, il ventitreene di Cureggio che ha confessato sui social di aver ucciso quello che era il suo migliore amico, Yoan Leonardi. Pastore è stato sentito oggi nel carcere di Novara dal Gip del Tribunale nell’ambito dell’udienza di convalida del fermo. Nel corso dell’interrogatorio il giovane, che è più volte scoppiato in lacrime, ha ricostruito i fatti, confermando la propria responsabilità, ma non ha dato spiegazioni sulle motivazioni del suo gesto. Pastore ha raccontato di aver chiesto a Yoan di parlare a tu per tu, per chiarirsi. Pastore sospettava che fosse proprio l’amico la causa del fatto che Sara, la sua fidanzata, l’aveva lasciato poco più di un mese fa. Il chiarimento è poi diventato un lite furiosa, che è degenerata nell’accoltellamento. «Ho preso il coltello – ha detto Alberto – che porto sempre in macchina, e l’ho colpito».
Durante l’interrogatorio, che è stato piuttosto breve proprio per le condizioni di forte alterazione psicologica dell’arrestato, Pastore ha più volte ripetuto l’intenzione di volerla fare finita: per questo motivo prosegue da parte della polizia penitenziaria la sorveglianza a vista 24 ore su 24.
Il Gip ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere.
Dalla procura di Novara si fa comunque sapere che i magistrati intendono risentire nuovamente il ragazzo nei prossimi giorni. L’obiettivo è quello di ricostruire meglio la rete delle relazioni e dei rapporti e approfondire alcuni aspetti relativi al periodo precedente la tragica serata.