È dedicato al tema della “governance” aziendale il sesto numero di “Visioni d’impresa”, il magazine quadrimestrale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) che viene distribuito in 4.500 copie alle aziende associate, alle istituzioni, alle scuole e agli altri stakeholder, non soltanto locali, e la cui versione digitale è disponibile gratuitamente su www.visionidimpresa.it
Insieme alle “firme”, tra gli altri, del business futurist Alberto Mattiello (il cui articolo consente un approfondimento via podcast, tramite QR code, dei temi trattati) e dell’economista Marco Fortis, la parte monografica della rivista di 144 pagine, edita da Interlinea, approfondisce i vari aspetti del “governo” di un’impresa in una fase caratterizzata da transizioni epocali, dalla sfida della sostenibilità, dall’impatto delle nuove tecnologie e da un forte ricambio generazionale. Seguono, come sempre, i contributi e le riflessioni sul tema della monografia realizzati da alcune aziende aderenti a Cnvv, le rubriche istituzionali e quelle di analisi economica e territoriale.
«Oggi – spiega il presidente di Cnvv, Carlo Robiglio – governare un’impresa non vuol dire soltanto saper guidare i processi produttivi o garantire risultati economici, ma interpretare correttamente un contesto globale caratterizzato da incertezze, rapide trasformazioni e una competizione che non ammette pause; vuol dire confrontarsi ogni giorno con mercati sempre più esigenti, con stakeholder che chiedono trasparenza e responsabilità, con normative e standard internazionali che impongono scelte consapevoli e coraggiose. Nelle imprese familiari italiane la governance ha rappresentato per decenni una forza silenziosa, un bilanciamento costruito sul radicamento nei territori, sulla continuità tra generazioni, sulla capacità di guardare lontano. Ma il modello imprenditoriale basato sulla solidità delle famiglie e su una forte identità, che consentiva di unire crescita economica e legame con la comunità, non è ormai più sufficiente: è necessario dotarsi di strutture di governance solide, trasparenti e inclusive, capaci di garantire equilibrio tra proprietà e management, tra visioni di breve e di lungo termine, tra il rispetto della tradizione e la spinta all’innovazione».
«La gestione inclusiva di un’impresa – aggiunge Robiglio – rappresenta una sfida manageriale complessa, che implica l’adozione di linguaggi, approcci e modalità operative profondamente rinnovate, capaci di incidere sui sistemi di governance, sulle politiche di gestione delle persone e sullo stile di leadership. La qualità delle decisioni, la chiarezza dei ruoli, la responsabilità verso i lavoratori e i territori rappresentano uno dei pilastri della legittimazione a operare sul mercato. Una governance moderna permette di crescere, di attrarre competenze e capitali, di costruire fiducia, di affrontare sfide che hanno ormai una portata globale. Unitamente a una leadership di visione, la governance diviene quindi la bussola che orienta le nostre imprese in un mondo incerto, il ponte che unisce le generazioni; ed è proprio in questo passaggio tra radici e futuro, tra valori e innovazione, che si misura la vera forza di un’impresa: non soltanto in ciò che produce, ma in come sceglie di essere governata».














