Il settore estrattivo può giocare un ruolo importante nell’economia circolare. Ma serve un cambio di rotta per ridurre il prelievo di materiali e l’impatto delle cave sul paesaggio, dare nuova vita a quelle dismesse con interventi di ripristino ambientale e favorire il recupero e riciclo degli aggregati, superando normative obsolete, canoni di concessione irrisori e leggi regionali frammentate. È quanto torna a ribadire Legambiente che a distanza di quattro anni presenta, in collaborazione con Fassa Bortolo e nella cornice di Ecomondo 2025, il Report Cave 2025. Numeri alla mano, in Italia, complice la crisi del settore edilizio, si registra un calo delle cave autorizzate (quelle attive e quelle autorizzate ma in assenza di attività estrattiva in corso), scese a 3.378 (-51,3% rispetto alla prima rilevazione del report del 2008 e -20,7% rispetto al report 2021). Tuttavia, l’Italia registra un aumento dei prelievi per sabbia e ghiaia: 34,6 i milioni di metri cubi annuali (+18,5% rispetto al 2021).
Cave in Piemonte: fra criticità e nuove pratiche
Nel quadro del Report Cave, il Piemonte emerge come una regione chiave per l’attività estrattiva, con 277 cave autorizzate e attive e oltre 1800 siti dismessi. Nonostante la presenza di un Piano Cave regionale, il territorio continua a registrare prelievi significativi, in particolare di sabbia e ghiaia, con oltre 4,5 milioni di metri cubi estratti ogni anno. A questi si aggiungono importanti volumi di calcare, argilla e pietre ornamentali, che contribuiscono a un impatto ambientale e paesaggistico rilevante.
Un tema centrale riguarda i canoni di concessione, ancora troppo bassi rispetto al valore economico generato dal settore. In Piemonte, le entrate annue derivanti dai canoni per sabbia e ghiaia si attestano intorno ai 2,3 milioni di euro, ma con una tariffazione più equa, come quella applicata in altri Paesi europei, si potrebbero superare gli 8,5 milioni di euro. Queste risorse sarebbero fondamentali per finanziare il ripristino ambientale delle aree estrattive e promuovere progetti di rigenerazione territoriale.
Nello specifico del territorio piemontese emergono inoltre due casi emblematici che evidenziano, da un lato, le criticità ancora presenti nella gestione delle cave e, dall’altro, le potenzialità di rigenerazione e valorizzazione ambientale dei siti estrattivi dismessi. Se da un lato la vicenda delle Cave Torino di Carignano (TO) rappresenta oltre vent’anni di contenziosi legali per danni ambientali mai ripristinati, dall’altro un esempio significativo di buone pratiche di rigenerazione sostenibile è data dall’ex cava di gneiss Roncino a Crevoladossola, riconvertita in un teatro all’aperto grazie alla fondazione Tones on the Stones.
Il progetto Tones Teatro Natura, firmato dallo studio di architettura milanese Fuzz Atelier, rappresenta un modello virtuoso di recupero ambientale e valorizzazione del patrimonio locale, basato sull’utilizzo di materiali a basse emissioni di Co₂, sull’applicazione dei principi dell’economia circolare e su un sistema di gestione sostenibile degli eventi. La nuova struttura, dotata di due palcoscenici, spazi per laboratori e aree ricreative, è oggi un punto di riferimento per la cultura, la formazione e l’innovazione sociale, dimostrando come anche un ex sito estrattivo possa diventare un luogo di rinascita, creatività e consapevolezza ambientale.
“Il nuovo piano regionale delle attività estrattive, approvato dal consiglio regionale il 30 settembre, rappresenta un passo importante ma ancora insufficiente rispetto alle esigenze reali del territorio – dichiara Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. Il piano, pur introducendo alcuni elementi positivi di programmazione e controllo, non risponde pienamente alle richieste di una gestione più trasparente, partecipata e sostenibile delle cave. È necessario rafforzare i meccanismi di monitoraggio, prevedere tempi certi per i ripristini ambientali e valorizzare le esperienze virtuose di recupero come Tones Teatro Natura. Solo così il Piemonte potrà davvero coniugare tutela del paesaggio, sicurezza del territorio e sviluppo locale sostenibile.”














