/ Attualità

Attualità | 28 settembre 2025, 08:30

Spreco alimentare, l’Italia riduce ma resta sopra la media Ue: 555 grammi a settimana per cittadino

Rapporto Waste Watcher 2025: calo del 18,7% rispetto al 2024, ma il traguardo europeo è ancora lontano. Il progetto “MenSana” nelle mense scolastiche dimostra che tecnologia ed educazione possono fare la differenza

Spreco alimentare, l’Italia riduce ma resta sopra la media Ue: 555 grammi a settimana per cittadino

Gli italiani migliorano nella lotta allo spreco alimentare, ma non abbastanza. Nel 2025 ogni cittadino ha buttato in media 555,8 grammi di cibo a settimana, pari a 28,9 chili l’anno: un dato in calo del 18,7% rispetto al 2024, ma ancora ben superiore alla media europea e distante dal traguardo fissato per il 2030, pari a 369,7 grammi.

Lo evidenzia il nuovo rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International, presentato a Roma il 25 settembre in vista della sesta Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari (29 settembre). L’indagine, promossa dalla campagna pubblica Spreco Zero insieme all’Università di Bologna e realizzata da Ipsos, mostra un’Italia che riduce progressivamente gli sprechi, ma resta sopra a Paesi come Francia (459,9 g), Spagna (446,5 g) e Paesi Bassi (469,5 g). Solo la Germania (512,9 g) ci supera.

Il fenomeno non è uniforme: il Centro Italia si conferma l’area più virtuosa con 490 grammi settimanali, il Nord si attesta a 515, mentre il Sud rimane il fanalino di coda con 628 grammi. Più attente le famiglie con figli (-17%) e i residenti nei grandi comuni (-9%).

Il paradosso dello spreco

I prodotti più sprecati sono frutta fresca (22,9 g a persona a settimana), verdura (21,5 g), pane (19,5 g), insalata (18,4 g) e tuberi (16,9 g). Le cause? Per lo più organizzative: dimenticanze, scadenze non rispettate (31%) e offerte commerciali troppo allettanti (29%). Solo il 24% pianifica i pasti in anticipo.

Nonostante ciò, cresce l’attenzione: il 59% degli italiani dichiara di impegnarsi attivamente a non sprecare, mentre la Generazione Z mostra comportamenti più responsabili, dal riutilizzo creativo degli avanzi al consumo di frutta e verdura di stagione.

L’impatto globale e ambientale

Lo spreco alimentare ha dimensioni enormi: 1,05 miliardi di tonnellate di cibo buttato nel mondo, pari a un terzo della produzione globale. Il 60% deriva dalle famiglie. In Europa si parla di 59 milioni di tonnellate l’anno, con un valore economico di 132 miliardi di euro.
Le conseguenze ambientali sono pesantissime: quasi il 10% delle emissioni globali di gas serra deriva dal cibo che non viene consumato, cinque volte di più rispetto al trasporto aereo.

L’esperimento nelle mense scolastiche

Una possibile risposta arriva dal progetto MenSana, sviluppato da Planeat e attuato nella mensa scolastica di Borgarello (Pavia). Coinvolgendo famiglie e bambini nella scelta delle porzioni tramite un sistema digitale, in tre mesi si è ottenuta una riduzione del 20% del cibo prodotto e fino al 52% in meno di sprechi in sala. Pane, verdura e legumi sono scesi ai minimi storici.

Il modello, già replicabile su larga scala, integra pianificazione digitale, educazione alimentare e tracciamento Qr Code, con benefici sia ambientali che economici. «Educare famiglie e scuole a scelte consapevoli è un passo fondamentale», spiega il fondatore Nicola Lamberti. «Il prossimo obiettivo è sviluppare moduli di intelligenza artificiale predittiva per ottimizzare i menù e ridurre ulteriormente gli scarti».

Con la direttiva europea sui rifiuti alimentari in arrivo, l’Italia è chiamata a rafforzare le buone pratiche per avvicinarsi agli obiettivi 2030, dimostrando che la lotta allo spreco passa non solo dai numeri, ma soprattutto dai comportamenti quotidiani.

a.f.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore