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Attualità | 06 settembre 2025, 19:07

Morti sul lavoro, lieve miglioramento: la provincia di Novara in zona bianca

Il territorio, che il mese scorso era in zona gialla, si trova ora al 74esimo posto in Italia per livello di rischio, con un'incidenza pari a 12,7

Morti sul lavoro, lieve miglioramento: la provincia di Novara in zona bianca

Buone notizie, per la provincia di Novara, in tema di morti sul lavoro: secondo i dati dell’osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering di Mestre, aggiornati a luglio 2025, il novarese è infatti passato dalla zona gialla in cui si trovava nel primo semestre dell’anno – alla zona bianca, posizionandosi al 74esimo posto in Italia per livello di rischio.

L’osservatorio ha registrato nella provincia di Novara un’incidenza pari a 12,7 (numero di decessi sul lavoro per ogni milione di occupati). Secondo i dati aggiornati a luglio, nella provincia si sono verificati 2 casi di morti sul lavoro su un totale di 157.085 occupati.

Per quanto riguarda i dati regionali, il Piemonte si trova in zona gialla: l’incidenza è pari a 17,8, con un totale di 33 casi su 1.854.204 di occupati. Un dato che si può assimilare a quello del 2024, quando la regione era già in zona gialla.

“I dati più aggiornati oggi disponibili, che includono il mese di luglio, ci dicono che il fenomeno degli infortuni sul lavoro non trova tregua nei mesi estivi – le parole di Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio Vega -. Il bilancio delle vittime sul lavoro è sempre più drammatico: in Italia si contano già 607 decessi, 30 in più dello scorso anno (+5,2%). Andando ad analizzare il dato più nel dettaglio, a fronte di una stabilità degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro (3 in meno), si registra un aumento del 24,1% degli infortuni in itinere”. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, apre così il commento alla più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti. E aggiunge: “L’emergenza continua nel nostro Paese, dimostrando che non riusciamo a incidere sulle cause degli infortuni mortali che nel tempo non diminuiscono e spesso si ripetono con le stesse modalità”.

l.b.

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