“La strategia del Presidente Cirio e della sua maggioranza è chiara: abrogare la norma oggetto del referendum regionale per silenziare il dibattito sulla sanità pubblica che il voto avrebbe animato in tutta la regione.” Così il consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Rossi commenta la decisione di bloccare il referendum sulla sanità in Piemonte.
Rossi sottolinea che la modifica proposta non risolve i problemi reali della sanità regionale: “Le sperimentazioni previste restano in vigore e, se ce ne fosse bisogno, esiste già una norma nazionale che le autorizza. La maggioranza però vuole evitare il confronto sui problemi concreti.”
Il consigliere Pd assicura che l’impegno del Partito Democratico proseguirà “dentro e fuori dall’aula”, denunciando le difficoltà che la maggioranza cerca di nascondere dietro la propaganda. “Le Asl sono in disavanzo perché le risorse del Governo Meloni sono insufficienti. I nostri medici e infermieri sono tra i meno pagati d’Europa, abbandonano la sanità pubblica per le condizioni e i ritmi di lavoro insostenibili.”
Rossi evidenzia inoltre “un’organizzazione sanitaria mal funzionante, con professionisti costretti a svolgere mansioni diverse da quelle per cui hanno studiato, sistemi informatici obsoleti e non integrati, e liste d’attesa infinite che costringono molti cittadini a rinunciare alle cure.”
“La giunta Cirio blocca il referendum, ma le ragioni che hanno spinto alla sua nascita restano intatte. I problemi della sanità piemontese sono ancora lì, in ‘lista d’attesa’ per essere risolti”, conclude Domenico Rossi.