Nella giornata di sabato 3 maggio a Orta San Giulio sono state consegnate le Bandiere Verdi 2025 di Legambiente, in occasione del IX summit nazionale, nell’ambito del convegno “Comunità in transizione: dai frammenti alla visione”. La Bandiera Verde è un riconoscimento che viene assegnato a realtà che investono sul turismo dolce, sull’agricoltura e su progetti socioculturali utilizzando come volano la sostenibilità ambientale.
Sono state 19 le bandiere assegnate sull’arco alpino nel corso del summit di Orta San Giulio. Di queste, cinque sono andati ad iniziative legate al turismo dolce; altre cinque a pratiche legate all'agricoltura, alla silvicoltura e alla pastorizia; le restanti 9 bandiere verdi sono state assegnate a progetti socioculturali, capaci di rafforzare il tessuto comunitario e di promuovere valori condivisi, soprattutto in ambito socio-ambientale.
Protagonisti delle Bandiere verdi di quest’anno sono comunità locali, singoli cittadini, associazioni, cooperative, amministrazioni, aree protette che adottano un approccio sempre più sostenibile anche per fronteggiare crisi climatica e spopolamento abitativo che colpisce soprattutto i piccoli borghi.
Non bisogna, però, abbassare la guardia su quelle pratiche ancora poco sostenibili presenti nelle aree interne montane e che Legambiente denuncia ogni anno con le Bandiere Nere. Nel 2025 sono 9 le Bandiere Nere assegnate a interventi che sull’arco alpino hanno un approccio poco sostenibile nei confronti della montagna: 8 in Italia e una oltralpe, in Austria. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con più bandiere nere, ben tre, seguita da Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto, tutte rispettivamente con un vessillo nero. In Austria vessillo nero all’industria dello sci austriaca per l’accanimento nell’ampliare le aree sciistiche del Tirolo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali.
“La nostra Penisola – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale”.
“Le bandiere verdi - commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendesse sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte, in cui operano attori capaci di immaginare e condividere progetti, di generare senso comune. Dalle storie che premiamo emerge il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte concrete e partecipate alle trasformazioni sociali che stiamo vivendo. Siamo di fronte a frammenti di quella che il sociologo Aldo Bonomi definisce una comunità di cura, che insieme alla comunità operosa dovrebbe diventare un riferimento fondamentale per l'azione delle istituzioni e per l'orientamento delle attività di ricerca, nel percorso di senso della società che vogliamo costruire. Una comunità che però da sola non basta, che si deve rafforzare e deve essere sostenuta”.