«A quasi un anno dalle promesse elettorali, il piano sanitario piemontese resta un’illusione: nessun progetto, nessuna idea concreta, solo propaganda e conferenze stampa. Mentre i nostri cittadini attendono cure e risposte, l’unica vera operazione compiuta dalla Giunta Cirio è un’operazione chirurgica… sui servizi di emergenza».
Torna ad attaccare le politiche sanitarie della maggioranza il coordinatore regionale di Indipendenza e consigliere comunale cuneese, Giuseppe Lauria: «Il dossier dell’Università Bocconi, che pare destinato a ispirare il nuovo piano regionale, parla chiaro: declassamenti a raffica per sette Pronto Soccorso, da Acqui a Saluzzo, da Susa a Venaria. Ospedali ridotti a punti di primo intervento, con accessi contingentati e ricoveri impossibili. Tradotto: chi vive lontano dai grandi centri dovrà sperare nella buona sorte o sobbarcarsi decine di chilometri per essere curato. Nel frattempo, i referenti politici romani della stessa maggioranza – facendo finta di pensarla diversamente – ci spiegano che l’Italia deve spendere centinaia di milioni in armamenti. I nostri ospedali chiudono, ma i missili no».
Dell'argomento si è occupato anche il nostro giornale proprio nella giornata odierna, con un'intervista al consigliere regionale - ed ex assessore alla Sanità - Luigi Genesio Icardi.
«Secondo il Movimento Indipendenza, l’assessore Riboldi dovrebbe iniziare a rispondere alla sua comunità: tre pronto soccorso dell’ASL di Alessandria sono destinati al declassamento, proprio nella sua provincia. Ma evidentemente, per questa maggioranza, i cittadini piemontesi valgono meno di una simulazione strategica. Indipendenza Piemonte chiede un immediato stop a qualsiasi ipotesi di taglio e una revisione totale del mo dello, partendo dai territori e dalle vere esigenze delle comunità locali. Non accetteremo che Torino segua alla lettera ricette scritte a Milano e digitate da chi non ha mai atteso sei ore su una barella. La salute dei piemontesi non si declassa».