"Sinora il dibattito politico sullo ius schoale ragiona sul numero di anni necessario per ottenere la cittadinanza: bisognerebbe capire a monte se la scuola, che è il vero ambito di integrazione, sia capace di trasferire il senso di identità non solo ai ragazzi stranieri ma anche agli italiani". Così l'assessore regionale all'Immigrazione Maurizio Marrone è intervenuto, a margine della presentazione del festival Radici sul tema dello ius scholae.
All'interno del centrodestra è in corso un dibattito sul tema: la scorsa settimana in Consiglio Regionale è stato discusso un ordine del giorno sullo ius scholae presentato dalla capogruppo del Pd Gianna Pentenero, bocciato dalla maggioranza guidata da Alberto Cirio.
Forza Italia, a livello nazionale, insiste sul riconoscimento del diritto alla cittadinanza per i minori stranieri che abbiano completato un percorso scolastico di almeno 10 anni in Italia. Una possibilità bocciata da Lega e Fratelli d’Italia.
L'esponente del partito della Meloni Marrone oggi però prova a fare un passo avanti nel dialogo. "In passato - ha spiegato - il Partito Democratico spingeva per lo ius soli, che non è una garanzia di integrazione perché si basa sul luogo di nascita, un dato casuale".
"Il percorso di integrazione scolastica - ha aggiunto Marrone - ha un suo senso: si potrà arrivare a ragionare sullo ius scholae quando la scuola italiana sarà attrezzata a trasferire l'identità e l'appartenenza".
"Le seconde generazioni vanno integrate, questa è la vera sfida: non si può indicare un criterio burocratico, che dà un patentino. Non parlo di un'apertura ad un testo di legge, che è una scorciatoia. Nel suo piccolo "Radici" dà un suo contributo al dibattito" ha concluso.