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Sanità | 28 settembre 2024, 11:00

Allarme alzheimer in Italia: raddoppio dei pazienti previsto entro il 2050

Costi in aumento e stigma sociale aggravano la situazione, ma nuove speranze emergono dalla ricerca su farmaci innovativi

Allarme alzheimer in Italia: raddoppio dei pazienti previsto entro il 2050

Allarme alzheimer in Italia: raddoppio dei pazienti previsto entro il 2050

L'alzheimer è una sfida sanitaria e sociale sempre più preoccupante per l'Italia. Attualmente, il Paese conta circa 1,5 milioni di persone affette da demenza, un numero che, secondo le stime, potrebbe superare i 3 milioni entro il 2050. L'impatto economico è devastante per le famiglie: il costo medio per assistenza e cure raggiunge i 72.000 euro all'anno per paziente, con un incremento del 15% rispetto a dieci anni fa. I costi diretti e indiretti legati alla malattia sono stimati oltre i 60 miliardi di euro.

A peggiorare la situazione, il rapporto mondiale 2024 di alzheimer’s disease international, diffuso in Italia dalla federazione alzheimer, rivela un dato allarmante: l'80% della popolazione mondiale, erroneamente, crede che la demenza sia una naturale conseguenza dell'invecchiamento, una convinzione che contribuisce alla sottovalutazione della malattia. Anche tra gli operatori sanitari, il 65% condivide questa falsa credenza, un dato in crescita rispetto al 2019.

Uno degli aspetti più gravi evidenziati dal rapporto è lo stigma che circonda i malati di Alzheimer. L'88% delle persone affette dalla malattia dichiara di aver subito discriminazioni o di essere state isolate, un fenomeno in crescita del 5% rispetto a cinque anni fa. Il 36% dei malati evita attivamente situazioni sociali, mentre uno su tre ha smesso di cercare lavoro a causa del timore di essere discriminato.

Nonostante queste difficoltà, emergono segnali di speranza. La consapevolezza del ruolo degli stili di vita nel ridurre il rischio di sviluppare la demenza è aumentata: il 58% della popolazione globale riconosce l'importanza di abitudini salutari, come una dieta equilibrata e l'esercizio fisico. Inoltre, la ricerca scientifica sta facendo passi avanti, con nuovi farmaci in fase di sperimentazione che potrebbero cambiare il decorso della malattia.

Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer Italia sottolinea che "L’alzheimer non deve significare la fine della vita attiva e con iniziative come Dementia Friendly Italia, vogliamo combattere lo stigma e favorire l’inclusione sociale dei malati. Tuttavia, serve un impegno collettivo da parte di governi, professionisti sanitari e cittadini per supportare chi affronta questa difficile battaglia.” Mentre la ricerca continua a sviluppare terapie innovative, è cruciale aumentare la consapevolezza e migliorare i servizi di assistenza per le famiglie che affrontano i costi e le difficoltà legate all'Alzheimer.

a.f.

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