La condanna di tutti gli imputati con pene comprese tra i 7 e i 18 anni di reclusione, insieme al sequestro di tutti i beni di loro proprietà.
Sono le richieste che il pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Novara Silvia Baglivo ha avanzato nei confronti dei numerosi soggetti – erano ventisei, prima della morte dell’erborista milanese Gianni Maria Guidi, principale – a giudizio presso la Corte d’Assise novarese nel processo alla cosiddetta setta della bestie, o setta del sesso (leggi qui).
Le richieste sono arrivate nel corso dell’udienza di oggi, lunedì 8 luglio, al termine della lunga requisitoria del pubblico ministero, che ha ripercorso le tappe di una vicenda salita agli onori delle cronache sulla base di un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, inchiesta nata dalla denuncia di Giulia, 36enne che oggi vive nel Braidese, finita nelle grinfie della setta quando di anni ne aveva 7 e convintasi a denunciare col sostegno dell’associazione saviglianese Mai+Sole dopo aver subito anni e anni di soprusi e violenze.
Gli avvocati di parte civile Silvia Calzolaro e Marco Calosso, entrambi del foro di Asti, difensori di tre vittime, si ritengono soddisfatti delle richieste di pena formulate dal pubblico ministero.
Il processo riprenderà il 26 settembre e per fine anno si attende la sentenza.