L'aula magna dell'Istituto “G. Omar” di Novara ospiterà, la sera di lunedì 8 aprile 2024 (ore 21:00), la conferenza “La sanità in Italia: dal Pronto Soccorso al Ricovero Ordinario”. Relatore d'eccellenza dell’evento sarà il professor Gian Carlo Avanzi, rettore dell'Università del Piemonte Orientale.
L'evento fa parte del ciclo di conferenze "Medicina e Salute", organizzato dal Club Donegani, libera associazione dei ricercatori dell’Istituto “Guido Donegani” di Novara, che, dal 1991, promuove dibattiti, studi, ricerche, incontri e convegni tra gli associati e personalità del mondo scientifico, economico, umanistico e politico. Inoltre, incentiva la cultura e la formazione dei giovani, promuovendo la raccolta di fondi per borse di studio.
Il rettore Avanzi nella conferenza parlerà di “olismo” nella medicina. Un approccio a 360 gradi che vede il paziente come un essere umano e non solo come malattia con cui relazionarsi e a cui dedicare tempo. Sottolineerà inoltre Il fondamentale legame tra enti locali e università, volto a promuovere lo sviluppo di una sanità di prossimità di qualità.
"Purtroppo – spiega il professor Avanzi nella sua introduzione all’evento – la visione olistica della Medicina si scontra con una nuova “religione” che si chiama “medicina difensiva” con cui i medici evitano di prendere decisioni importanti per paura di sbagliare, di denunce o del giudizio dei media, oppure, al contrario, eccedono nelle indagini cliniche nel timore di essere portati in giudizio, con il risultato di generare involontariamente un circolo vizioso per la richiesta di ulteriori indagini a causa di un risultato non nei limiti di norma. A questi problemi etici se ne aggiungono altri di natura strutturale: abbiamo un servizio sanitario che pone l’ospedale al centro del servizio e trascura il territorio".
Secondo i dati dell’OCSE, oggi l’Italia ha il più alto numero di medici per mille abitanti in Europa, Germania esclusa, e uno dei più alti di pediatri; si registra, tuttavia, la più bassa natalità."Ciò vuol dire – prosegue il Rettore – che il vero problema non è la carenza di medici ma la loro distribuzione e la mancanza di programmazione che ha caratterizzato da anni il nostro SSN. Il legame tra enti locali e Università è fondamentale per promuovere lo sviluppo di una sanità di prossimità e di qualità. Le istituzioni dovranno collaborare per implementare le migliori pratiche privilegiando la medicina del territorio e rafforzando collegamenti rapidi con i centri di riferimento, per le patologie tempo-dipendenti e per quelle di maggiore impatto specialistico. La collaborazione tra le istituzioni è inoltre necessaria per migliorare il benessere delle comunità nelle aree interne e la loro tutela sanitaria, in modo sostenibile".