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Economia | 09 febbraio 2024, 08:00

Ortofrutta, Coldiretti: "Le politiche dell'Ue minacciano un export da 12 miliardi"

Cristina Brizzolari: "Continuiamo la lotta agli accordi di libero scambio che non garantiscono il rispetto del principio di reciprocità"

Ortofrutta, Coldiretti: "Le politiche dell'Ue minacciano un export da 12 miliardi"

Sul futuro dell’ortofrutta italiana pesano le folli politiche dell’Unione Europea con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari. È quanto denuncia Coldiretti a Fruit Logistica, a Berlino, per il summit con gli agricoltori da tutto Europa sul futuro del settore che nel 2023 ha fatto segnare il record storico delle esportazioni arrivando a sfiorare i 12 miliardi di euro, tra ortofrutta fresca e trasformata, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente, secondo una proiezione della Coldiretti su dati Istat.

“La scelta Ue in materia di imballaggi – sottolinea Enrico Nada, vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla frutticoltura – aprono ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Anche se nel corso del negoziato sono stati introdotti miglioramenti grazie alla Coldiretti la battaglia è ancora aperta. Grazie alla nostra manifestazione a Bruxelles è stata ritirata la proposta di regolamento sul dimezzamento dell’impiego di fitofarmaci”.

Il comparto frutticolo piemontese ha un fatturato di oltre 500 milioni di euro con una superficie di 18.479 ettari e oltre 7 mila aziende. Per le mele, la zona più vocata si concentra nella fascia prealpina che va da Pinerolo a Cuneo, si coltivano all’incirca 6 mila ettari di melo che coinvolgono circa 4 mila imprese. La produzione piemontese di pesche è di circa 2 milioni di quintali su una superficie di 4.416 ettari e 3.474 aziende.

“Resta aperta la lotta agli accordi di libero scambio che non garantiscono il rispetto del principio di reciprocità poiché serve che tutti i prodotti che entrano nell’Unione devono rispettare gli stessi criteri sanitari, ambientali e di rispetto delle norme sul lavoro – ricordano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Con i tagli degli italiani è diminuito il consumo individuale di frutta e verdura sotto la soglia minima di 400 grammi per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per una dieta sana. Un dato preoccupante che si riflette a cascata sul valore economico, occupazione ed ambientale del comparto frutticolo”.

Comunicato Stampa

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