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Cronaca | 09 gennaio 2024, 18:03

Morte di Mario Tamarindo: chiesto il processo per il motociclista coinvolto nell'incidente

L'uomo, 50enne di Gozzano, è accusato di omicidio stradale. Udienza preliminare ad aprile.

Morte di Mario Tamarindo: chiesto il processo per il motociclista coinvolto nell'incidente

Richiesta di rinvio a giudizio per il motociclista novarese coinvolto nel tragico incidente nel quale, lo scorso 8 luglio, perse la vita Mario Tamarindo, 58enne rappresentante di commercio vercellese. L'incidente era avvenuto sulla Statale 229, nel territorio comunale di Pettenasco. A conclusione delle indagini preliminari, il pubblico ministero della Procura di Verbania Gianluca Periani, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’altro motociclista coinvolto nel sinistro.

M. M., cinquant’anni, di Gozzano viene contestato l'omicidio stradale, con l'aggravante delle recidiva semplice. Secondo la Procura sarebbe stato l'uomo, invadendo durante un sorpasso la corsia occupata da Tamarindo, a causare il gravissimo incidente.

Il Gup del Tribunale Verbania, Rosa Maria Fornelli, ha fissato per il prossimo 10 aprile 2024, dalle ore 12, l’udienza preliminare: in caso di rinvio a giudizio la compagna, il figlio e l’anziana mamma della vittima, affidatisi a Studio3A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, potranno costituirsi parte civile. 

Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo radiomobile della compagnia di Arona, si sono da subito concentrate sul motociclista novarese: secondo le accuse, verso le 13.15, l'uomo stava procedendo lungo la SS 229, da Orta San Giulio verso Omegna in sella alla sua moto Bmw Gs 1200 quando, all’altezza del chilometro 49+300, sorpassando una vettura in prossimità di una curva, avrebbe perso il controllo del mezzo, invadendo la corsia opposta e schiantandosi contro la Ducati Streetfighter 1100 condotta da Tamarindo.

A causa del violentissimo impatto con l’altra moto, il vercellese è finito contro il guardrail, è stato disarcionato dalla sua Ducati, cadendo a terra prima di finire nella scarpata oltre la barriera protettiva. Nonostante i disperati tentativi del personale del 118, per Tamarindo è stato impossibile sopravvivere ai politraumi riportati. Il dramma si è consumato davanti al figlio del rappresentante di commercio vercellese, che seguiva il padre ad alcune centinaia di metri di distanza e che è stato tra i primi a tentare di prestargli soccorso.

M. M., invece, ha riportato solo ferite leggere a un piede: nonostante l’urto e la sbandata è riuscito a rimanere in equilibrio sulla sua Bmw, fermandosi a un centinaio di metri dal luogo dell'incidente.

 

Redazione Vercelli

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