Per la prima volta dopo sette anni, l'Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto all'anno scorso, mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell'1,5% rispetto all'anno precedente. È quanto afferma la Coldiretti sulla base delle previsioni aggiornate del Copa Cogeca, l’Organizzazione di rappresentanza degli Agricoltori e delle cooperative Europee.
“Le bottiglie made in Italy, però, confermano il loro successo nell’export anche in Francia con un balzo del +21% in valore delle esportazioni nazionali di vino nei primi sette mesi del 2023, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat – spiega Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo -. A vendemmia ormai completata, si attende una produzione di alta qualità per la filiera vitivinicola piemontese che conta 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata e vanta 42 Doc e 17 Docg”.
“Sicuramente sempre di più la vitivinicoltura deve fare i conti con il clima – fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Anche nel resto dei Paesi, infatti, a causa delle conseguenze del cambiamento climatico, con un inverno secco, grandinate, inondazioni e una stagione primaverile piovosa, è stato rilevato un calo della produzione, come in Austria (-6%), Grecia (-23%), Croazia (-31%) e Slovacchia (-20%) rispetto al 2022.
Sicuramente il vino rappresenta un patrimonio del Made in Italy anche dal punto di vista occupazionale che va difeso dai tentativi di colpevolizzarlo sulla base di un approccio ideologico che non tiene contro di una storia millenaria. L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – concludono Brizzolari e Rivarossa – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing ed il rapporto sempre più diretto con i consumatori”.